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giovedì, 14 Novembre, 2024

ZINGARETTI SI DIMETTE, GRILLO E CASALEGGIO AI FERRI CORTI

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di Abbatino

 

Un fulmine a ciel sereno. Le dimissioni del segretario del partito democratico hanno riecheggiato nei palazzi della politica, lasciando nel panico proprio gli esponenti del PD. Come se la notizia non fosse di per sé rilevante, è stata annunciata sui social, con tanto di polemica feroce, con il suo partito dedito ad occuparsi, a suo dire, più alle poltrone che alla pandemia. Non è proprio bello che si parli così del partito che si amministra da qualche anno; eppure che il PD non fosse quel partito senza macchia e senza paura di una volta era di facile intuizione. La questione morale, sbandierata già dai tempi di Berlinguer, riguardava ora come allora anche la sinistra. In più, l’annacquamento dell’identità del partito e le vicende giudiziarie di centinaia di esponenti ne hanno caratterizzato le cronache giudiziarie. Adesso con le sue dimissioni si aprono scenari nuovi? Di nuovo nel PD non c’è niente, non a caso la nomenclatura si è rivolta a Enrico Letta, quello già pugnalato ai tempi di Renzi, che non si occupava più del partito a tempo pieno. Di Bonaccini neppure ne parlano, ma forse è l’unico, nuovo, che si è fatto le ossa sul territorio amministrando una regione rossa da sempre. Certo è che la pagliacciata delle sardine, accampate abusivamente al Nazareno, e non si sa a quale titolo venute da altra regione a Roma, deve essere servita a poco. Ridicolo l’episodio. Dire che la base era in fermento sarebbe una forzatura: se quella è la base figurarsi il resto. Ma se il Pd non ride, a sinistra il grillismo non canta.

Casaleggio sta per dare il benservito a Grillo e a tutta l’ala governista che ha ridotto sensibilmente il movimento? Un movimento che ha tradito tutto e tutti, si è rimangiato la parola su tutte le battaglie storiche, non ha più una sua identità. Dicevano di aver abolito la povertà, ma pare che hanno abolito l’etica in politica, quel rispetto per gli elettori, dei quali se ne fregano da tempo.

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