Telkom è una compagnia telefonica Sudafricana presente in 38 nazioni in quel continente ed ha deciso di avviare uno studio di fattibilità per trasformare la propria rete pubblica di cabine telefoniche in hotspot Wi-Fi. Se vogliamo, l’idea non è completamente nuova. Sia pur con scopi diversi, anche in Italia negli anni ’90 la nostra Telecom ebbe un’idea simile. Chi abita a Roma o Milano ne può ancora vedere le tracce.
Infatti, all’epoca partì il progetto Socrate che prevedeva la stesura di cavi in fibra ottica per portare la banda larga con servizi TV ed altro nelle case degli Italiani ed inoltre, a mezzo di antenne installate su cabine telefoniche, offrire un servizio alternativo più economico del GSM, in quanto abilitava i normali Cordless a standard DECT a telefonare per strada. Il problema era che la velocità di spostamento dell’utente doveva essere per forza bassa, altrimenti non riusciva l’aggancio all’antenna successiva. Posto che allora la connessione in mobilità era soprattutto voce, questo spiega l’aver ignorato a suo tempo l’opzione per la comunicazione dati. Molto più recentemente, lo scorso Maggio, la città di New York ha chiesto di trasformare le cabine telefoniche, concettualmente ormai quasi obsolete, in punti hotspot ed informativi. Anche chi scrive aveva affrontato anni fa una simile ipotesi per un progetto di una serie di servizi basati su Hotspot Wi-Fi.
Il responsabile del marketing della società Sudafricana, Enzo Scarcella, aveva notato che se nel ’94 poco meno del 15% del Sud Africa aveva accesso alla telefonia, con una prevalenza dalle cabine telefoniche. Con l’avvento del mobile, il tasso di penetrazione è cresciuto all’incirca al 128%. Così, Scarcella fa notare come le cabine telefoniche non sono più usate da nessuno. Oltre tutto, continua il manager, abbiamo l’infrastruttura, i cavi per le cabine e, considerato che la prossima fase di connessione passerà dalla voce ai dati, la questione che si può porre è come trasformare queste cabine in hot-spot Wi-Fi utilizzabili dalle persone dotate di smartphone. Le medesime, secondo Scarcella, sono tendenzialmente in aree disagiate o poco frequentate (ca. 20.000 su 45.000) e il capo delle operazioni della società sarebbe intenzionato a ridurne il numero. Così l’idea sarebbe di sfruttarle per offrire una connessione dati in mobilità in un raggio di m.10, magari pure gratuita.
I telefoni installati nelle cabine telefoniche non cambierebbero molto nel loro aspetto. Milano è stata dotata in alcune aree di hotspot per l’accesso dati in mobilità, ma non è presente ovunque e, chi ha provato ad usarli, avrà potuto verificare la non immediata modalità di utilizzo. Sicuramente ci sono margini di miglioramento e ci interroghiamo se forse l’uso delle cabine in città potrebbero tornare utili ad estendere il servizio.
Fabio Ronchi