Salta in aria la diga della centrale idroelettrica di Kakhovka, in Ucraina.
La struttura fu costruita nel 1958, lungo il corso del fiume Dnepr, ora completamente fuori uso.
Zelensky attacca la Russia accusandola di aver scelto deliberatamente di far saltare la diga, definendolo un attacco ambientale, una sorta di bomba atomica, un’arma distruzione di massa: “questo è un vero è proprio attacco terroristico”, sostiene Zelensky.
L’accusa è stata respinta da Mosca, che sostiene invece che tale abbattimento sia stato tutto un trucco di Kiev per fermare le loro nemiche.
Nel frattempo, a pagarne le spese, è l’ambiente.
L’esplosione della diga, infatti, ha formato una chiazza di petrolio di 150 tonnellate, che seguendo la corrente, si sta dirigendo verso il Mar Nero.
Danni anche a case e ponti vicini alla regione meridionale di Mykolaiv, dove anche i civili sono in forte difficoltà.
Migliaia sono infatti le persone costrette all’evacuazione per l’inondazione procurata dalla diga in questione.
Zelensky si dichiara altamente preoccupato, la diga ha subito un danno notevole, difficile da arginare e queste non sono che le prime conseguenze.
di Daniela Buonocore