di Abbatino
Capita di fare brutte figure in diretta, di venire sospesi da lavoro se si offende con termini sessisti il leader dell’opposizione, capita anche di chiedere scusa delle proprie azioni o di non esprimere solidarietà perché è l’avversario politico a essere colpito. Direi che può capitare di tutto a questo punto, in televisione alla radio e sui social. Quello però che non si capisce come possa capitare è pensare di offendere coloro che ogni giorno si alzano la mattina per fornire agli italiani, tutti, i migliori prodotti che l’Italia possa offrire. È di uso comune tra qualche radical chic, non solo l’offesa sessista, ma insultare taluno, anche politici, pensando di offenderli se accostati al pescivendolo, al contadino, all’ortolano. È molto chic a quanto pare, ma sintomo di poca intelligenza. Anche loro mangiano il pesce, si nutrono con i prodotti della terra, si prodigano a ricercare le primizie raccolte con le nude mani oppure bevono il latte prodotto con il faticoso lavoro di allevatori e lo si sa, si allevano i capi di bestiame in ambienti difficili e spesso poco ovattati. tutto questo sarà poco chic e radical, ma molto utile a tutti. Anche a loro. Una volta però la sinistra era per loro, non si sarebbe mai sognata di trattarli così; le battaglie contadine sono state battaglie campali, dalla Sicilia a tutta la pianura padana. Come cambiano le cose, ora i radical chic sono con Bankitalia e non con gli operai, ed essere operai metalmeccanici o contadini della terra adesso vuol dire, per loro, essere inutili e disprezzabili.
Continua la revisione antropologica della sinistra, dello stile e della cultura. Ma va ribadito, certe cose non cambiano ne possono cambiare, ne vogliamo che cambino. Viva i nostri pescivendoli, i nostri contadini, sempre. A loro affidiamo la nostra speranza per il futuro non il nostro disprezzo.