Che cosa succede quando ad uno sviluppatore in vena di burle, se non addirittura di truffe, si unisce la scarsa qualità di un negozio on-line che omette di controllare che cosa fa una App che vende dai propri server?
Semplice: il primo ci guadagna ed il secondo perde di credibilità.
E’ quanto accaduto con Play Store, il negozio on-line che vende App per Android, il sistema operativo per cellulari di Google ed ad un App chiamata Virus Shield. Google non si è assicurata di stabilire che cosa facesse questo programma e neppure se lo sviluppatore avesse una identità verificabile.
E’ così che un gruppo di appassionati smanettoni, che si chiamano Android Police, ha scoperto che Virus Shield, al contrario di quanto dichiarato, non aveva le funzionalità pubblicizzate, ma faceva una sola cosa: far intascare i quattrini allo sviluppatore, che è rimasto, almeno pare, ignoto, non avendo questi un proprio sito, ma solo un indirizzo E-Mail: Jesse_Carter@live.com.
Diciamo così perché questa App, dal costo di ben $ 4,00, che avrebbe dovuto fare da scudo ai virus per la piattaforma Android, che consumava poca energia, che era compatta, portando via solo poco meno di un megabyte di memoria, facile da usare in quanto al lancio richiedeva unicamente di toccare un piccolo scudo per essere attivata, in realtà non faceva nulla!
Lo sviluppatore, per questa “meraviglia”, ha intascato $ 40.000, prima che Google venisse informata della faccenda e togliesse la App dal negozio.
E’ perciò evidente che da parte del gestore di Play Store non vi era stato nessun controllo né sul software, né sullo sviluppatore. Non c’è quindi da meravigliarsi sui dubbi che questa vicenda fa sorgere sulla capacità di controllo della casa di Mountain View, oltre a confermare la minore sicurezza di Android, dove è più facile essere soggetti ad attacchi o virus e malware, al punto di ritenere che sia normale installare un antivirus su un telefonino.
Il bello è che Virus Shield aveva anche raccolto molte recensioni positive e, nelle due settimane di presenza su Play Store, era stata tra le più scaricate. Anche seguire acriticamente la massa, non è forse la mossa più corretta.
Bisogna sempre ricordarsi che stare su Internet è come stare per strada e le cautele da assumere sono le medesime, se si vogliono evitare truffe, danni, furti. Se non ci si preoccupa deì clienti, ma solo del profitto, vicende così potrebbero non rimanere isolate.
Speriamo che Google voglia tenerlo presente per il futuro.
Fabio Ronchi