di Susanna Russo
Il consigliere De Corato (FdI) lo ha ricordato nel corso di uno degli ultimi consigli comunali: conclusosi il 2019, Milano si è aggiudicata il 1º posto per indice della criminalità, con 219.671 denunce totali, 6697,4 ogni 100.000 abitanti. Ciò che più fa riflettere è che negli ultimi tempi i protagonisti di questa criminalità siano giovani, se non giovanissimi, spesso stranieri, ma non solo.
Solo qualche giorno fa il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, si è esposto sull’argomento per la prima volta: “Sono preoccupato. È chiaro che queste siano situazioni che si stanno verificando un po’ in tutta Italia, ma questa riapertura sta portando a un’escalation che appunto ci preoccupa.”
La recente maxi rissa in Piazza Mercanti, combattuta scagliando bottiglie e sedie da una parte all’altra della piazza, è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi di estrema violenza verificatisi in zone, anche molto centrali, della nostra città.
L’8 Maggio numerosi giovani hanno lanciato bottiglie contro le volanti della polizia che cercavano di disperdere gli assembramenti presenti oltre l’orario del coprifuoco. Il 22 Maggio un’altra maxi rissa ha avuto luogo in Duomo, ed ha coinvolto una cinquantina di ragazzi. Nella notte tra il 5 e il 6 Giugno è stato accoltellato un ragazzo in zona Colonne di San Lorenzo. E questi sono solo alcuni degli episodi che vedono tutta la frustrazione e la rabbia repressa di giovani e meno giovani, probabilmente accresciuta ed intensificatasi in questi mesi di “clausura”, sfogarsi senza ritegno.
È comunque troppo facile imputare questi episodi esclusivamente agli effetti psicologici e sociologici causati dalla pandemia e dalle conseguenti restrizioni. A pensarla così e anche il consigliere comunale Sollazzo (Gruppo Misto), che non se la sente di giustificare queste situazioni tirando in causa “la solita frenesia post confinamento”. Nessun consigliere della Minoranza si trattiene dall’esprimere la propria opinione a riguardo. De Chirico (FI) parla di “guerriglia urbana”, De Pasquale (FI) di “malamovida”, Molteni (Lega) di “Far-West” e De Corato lo definisce “uno stillicidio continuo”.
Più magnanime e comprensive sono le parole della sociologa Carmen Leccardi, professoressa di Sociologia della Cultura presso l’Università Bicocca di Milano, che nel corso di un’intervista rilasciata a Cremona Oggi si esprime così: “sono ormai innumerevoli gli episodi di pestaggi di massa da parte di adolescenti che si danno appuntamento in diverse piazze per picchiarsi”. Secondo la specialista è ora necessaria un’analisi per capire cosa significhi essere adolescenti di questi tempi: “oggi è quasi scomparsa la transizione all’età adulta”.
La dottoressa Leccardi cerca di spiegare in questo modo quanto sta capitando alle nuove generazioni, e per farlo sostiene che in questo periodo storico in Italia, in Europa, e nei paesi del nord globale, entrati nell’ultimo periodo in una fase di finalizzazione capitalistica, diventare adulti sia sempre meno un percorso lineare e prevedibile.
Queste le opinioni di Consiglieri ed esperti; sarebbe ora interessante chiedere un’opinione a riguardo, ad esempio, al filosofo Thomas Hobbes. La pandemia ci ha rimesso in contatto con il nostro spirito primordiale, e quindi con la nostra animalità? È forse qualcosa che ci riguarda tutti da vicino, ma su cui solo i giovani, privi di freni inibitori, non riescono ad avere il controllo? Stiamo assistendo alla guerra di tutti contro tutti?