di Giada Giunti
(…continua)
Lo scopo dell’indagine della Commissione, commenta la Valente, è d’individuare i motivi, le cause che hanno portato ad un femminicidio quando un sistema di protezione non ha funzionato. La senatrice Valente sottolinea che la commissione d’inchiesta è volta anche alla ricerca di responsabilità individuali, all’analisi disfunzioni del sistema, da poterle, poi, correggerle, ed ancora attraverso la sensibilizzazione e la formazione degli operatori.
È la prima volta che s’indaga per capire cosa davvero non funziona nella catena, per capire come e dove intervenire per impedire altri femminicidi ed altre forme di violenza.
Non può revocarsi in dubbio che la presidente Sen. Valeria Valente sta affrontando un lavoro pioneristico e produttivo di mutazioni radicali con la commissione d’inchiesta sul femminicidio nonché altre forme di violenza.
Quando si fa cenno concreto al contrasto sulla violenza emergono, anche altri illustri magistrati del calibro della sostituta procuratrice generale della Corte di Cassazione la dottoressa Francesca Ceroni con la sua ultima requisitoria con la quale non solo annienta la PAS, ma elenca tutta una serie di violazioni di normative e procedure commesse in un contesto di violenza non identificata (requisitoria del 15 marzo 2021); il presidente Vicario del Tribunale di Milano, il dottor Fabio Roia; la dottoressa Paola di Nicola (autrice anche di libri), ex Gip del Tribunale di Roma. Alla loro alta competenza ed impegno intellettuale si uniscono anche altri nomi di spicco.
Ricordiamo le psicologhe promotrici del “protocollo Napoli” in Campania (consulenza tecnica in caso di violenza domestica, deliberato dall’Ordine degli psicologi della Campania e approvato dall’ordine Nazionale) le dottoresse, Caterina Arcidiacono (ordinario di Psicologia Unina), Antonella Bozzaotra (presidente dell’ordine degli psicologi della Campania), Elvira Reale (responsabile scientifica dell’associazione Salute donna e centro Dafne di Napoli e consulente della commissione parlamentare sul Femminicidio), Gabriella Ferrari Bravo (psicologa presso il centro antiviolenza Napoli Aurora), dalle psicologhe promotrici del protocollo Napoli in Campania.
Riportiamo quanto magistralmente dichiara il Procuratore Francesco Menditto al programma “Che giorno è” (Rai Radio 1) che risulta essere realtà attuale di quanto accade alle donne vittime di violenza: “finché non si comprende che dietro ad un femminicidio c’è un problema, un tema di violenza di genere, di violenza di un uomo nei confronti di una donna, noi non faremo nessun passo avanti, ed avremo sempre lo stesso numero di femminicidi o forse piccoli aumenti e piccole diminuzioni.
D’accordissimo con la presidente Valeria Valente che facendo un lavoro fantastico con la commissione femminicidio, finalmente capiremo cosa c’è dietro questo fenomeno e cosa si può fare in concreto.
Le do alcune indicazioni per quella che è la mia esperienza da alcuni anni che me ne occupo, perché ci sono questi femminicidi? vi farà riflettere che ne abbiamo avuti 3 ieri, uno al sud, uno al nord ed uno al centro, quindi non c’è differenza di luogo, di situazione.
La nostra esperienza dimostra che non c’è differenza di classi sociali, non c’è differenza di professione, perché? di chi è la responsabilità di tutto questo?
Primo: c’è un unico responsabile che è l’omicida, spesso si dimentica questo, l’omicida è colui che ha ammazzato la donna ed a volte ha ammazzato anche i figli.
Non lo dimentichiamo mai, c’è una vittima che la è donna, ed i figli o sono stati uccisi o rimangono orfani. Questi vengono dimenticati, sono voci che poi non vengono sentite nei processi; nei processi sentiremo solo l’indagato, lui sarà al centro dell’attenzione.
Dobbiamo fare uno spostamento di prospettiva culturale rispetto femminicidio.
Cosa c’è dietro, cos’è la violenza di genere? Mi piace completare questo ragionamento, se me lo consente. C’è l’incapacità ed anche qui è un dolore per me che sono uomo, ci sono arrivato a distanza di anni, quindi faccio autocritica rispetto a questo; c’è l’ incapacità dell’uomo di accettare una donna che si vuole autodeterminarsi, che si vuole separare, che vuole andare via, che vuole essere libera, che non vuole essere controllata, che non vuole essere oppressa dalla gelosia.
Quando ci si trova di fronte a queste situazioni, una donna che ha deciso di andare via, ha deciso di avere la sue libertà, scoppia, mi scusi il termine, però i nostri ascoltatori ci ascolteranno; da quel momento inizierà a stalkerizzare, cioè a dare fastidio, inizierà una serie di azioni giudiziarie per ottenere l’affidamento dei figli che semmai prima non aveva mai visto e di cui non si era mai occupato.
Incrementerà la violenza se la donna non ha avuto la capacità di andare via e di allontanarsi perché la prima cosa è mettersi in sicurezza, in alcuni casi purtroppo ci sarà il femminicidio.
Ecco, questo è una sintesi estrema. Allora solo se tutti noi o almeno una buona parte di noi capiamo cosa c’è dietro, riusciremo ad intaccare il fenomeno, sennò sarà come svuotare, voglio dire, il mare con un secchiello, ognuno di noi farà la propria parte, però i risultati saranno pochi.
Domanda del conduttore: di quali armi avremo bisogno per mettere davvero un freno a tutto questo? come si fa a convivere con l’orco nel momento in cui una donna denuncia di convivere con l’orco?
(continua…)