REDAZIONE ONLINE, MILANO.
L’Italia è una superpotenza economica, quando si parla di Made In Italy, specialmente di vino. Si è conclusa la fiera enologica di Verona, il famoso “Vinitaly”, andato in scena dal 15 al 18 aprile.
Ecco alcuni dati impressionanti: in Italia sono presenti oltre 300.000 aziende agricole produttrici di vino, un boom del 25% in più di espositori alla International wine & spirits exhibition, una crescita economica sul 2016 del 6% pari a circa 6 miliardi euro e un export che potrebbe essere per decenni il primo al mondo.
“Dopo 10 anni di crescita, oggi siamo di fronte a una grande riflessione di sistema che dà l’opportunità di riprogettare la promozione per aumentare sempre di più il valore del nostro export vinicolo. L’Italia è una superpotenza enologica, ma il nuovo record commerciale, con un incremento sul 2016 del 6% per un controvalore di quasi 6 miliardi di euro, non rende ancora giustizia alla qualità delle nostre produzioni. Ci sono segnali contraddittori: in valore, in quantità e nelle tipologie di vino. Non è tanto sui mercati tradizionali di sbocco (USA, Germania e GB), ma è sulle aree emergenti che non riusciamo ad ottenere quote e valori che invece sarebbero alla nostra portata. Anche se siamo leader in 16 Paesi, la Francia mette 29 bandierine proprio nelle principali aree a maggior propensione di crescita, come gli Stati Uniti. Proprio gli Usa, che per noi valgono 1,6 miliardi di euro l’anno e dove è prevista una crescita del +22% nei prossimi 5 anni, è stata dedicata l’inaugurazione di Vinitaly, il 15 di aprile, con una survey dedicata”, afferma il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani.
Il mercato del vino rappresenta la nuova via della seta italiana, con un’apertura di mercato in Russia e in Cina. Secondo Il Corriere in Russia sfioreranno il +27%, grazie al rublo che ha ripreso a volare, in Cina, per via del tasso di urbanizzazione (al 63%) e all’escalation del Pil pro-capite atteso in crescita del 10%, si prevede una corsa agli acquisti di bottiglie di vino italiano del +38%. In crescita anche il Giappone, grazie all’imminente accordo di libero scambio, mentre i consumi in Europa rimangono stazionari.
Una battaglia commerciale con la Francia che cerca di conquistare posizione, come ha spiegato Mantovani. Tuttavia, come i dati dimostrano, non c’è paragone in termini di qualità e apprezzamento sul vino italiano.