di Martina Grandori
Cavenago Brianza è la nuova caput mundi dell’agricoltura verticale, dell’agricoltura del domani, quella a basso impatto ambientale da cui nascono prodotti di altissima qualità, sani. Ha inaugurato il 25 ottobre Planet Farms, il verticale farming più grande d’Europa, il modello agricolo risposta ad alcune problematiche dell’Agenda 2030, per la FAO una soluzione concreta e fattibile per soddisfare nel 2050 quel fabbisogno nutrizionale di oltre 9 miliardi di persone per cui sarà necessario aumentare la produzione del 70%.
Sostenibilità e verticalità vanno decisamente d’accordo per questioni come l’urbanizzazione, la sicurezza alimentare, la scarsità di materie prime e quindi di cibo, la carenza idrica, l’occupazione del suolo, fino al discorso della tracciabilità degli alimenti. Un risparmio idrico del 95% di acqua e del 90% di suolo sono due aspetti chiave della coltivazione verticale, solo ripensando ad un sistema produttivo di alimenti con meno acqua e meno terra si può pensare di sfamare il mondo che verrà. Dal 2018 i due soci fondatori, Luca Travaglini e Daniele Benatoff, credono in questo progetto visionario investendo energie, know-how, ricerca e risorse: sono nati nuovi protocolli culturali che a breve diventeranno routine. Reinventare il futuro: il sogno dei due imprenditori dal forte valore simbolico, nonché etico e sociale. Una rivoluzione possibile, basti pensare che in 60 secondi gli ortaggi passano dall’essere raccolti all’essere imbustati e pronti per essere consegnati nell’arco di 24 ore, tutto a vantaggio della freschezza e dell’eccellente conservazione.
La tecnologia e la tradizione agronomica italiana diventano la risposta concreta e scalabile al bisogno sempre più evidente di prodotti agricoli sani, di alta qualità, a bassissimo impatto ambientale, senza stagionalità e senza temere crisi produttive. Ma di fatto cosa vuol dire verticale farming? Tutto parte da un ambiente equilibrato, a Planet Farms le culture crescono in un ambiente dove gli stress dovuti a intemperie, repentini cambiamenti climatici, parassiti o erbe infestanti non esistono. Le piante crescono senza pesticidi (altamente impattanti anche sul suolo) con un mix di luce (LED ad alta efficienza e basso consumo) e calore (temperatura e umidità sono gestiti da un sofisticato sistema di climatizzazione), di acqua e sali minerali diversificati a seconda del tipo di seme, evitando sprechi e permettendo a ciascuna coltura di dare il meglio in termini di proprietà nutritive. Filtrando l’aria interna si ha l’assenza di parassiti, nessun pesticida o altro agro-farmaco viene utilizzato, contribuendo alla salvaguardia della biodiversità delle specie, cosa che in un campo all’aperto non sarebbe possibile.
In questo contesto armonico le piante crescono tutto l’anno al riparo da grandinate, alluvioni o dal caldo torrido, conseguenze sempre più frequenti dell’attuale cambiamento climatico. Ma dietro all’orto verticale delle meraviglie c’è un team assennato di persone e studi scientifici, fra i risultati l’aver creato “perfetti” substrati di terreno con materiali microbiologicamente testati, riposti in appositi vassoi, in giuste quantità e con un grado di compressione diverso a seconda del seme da far germinare. Planet Farms usa solo sementi pure e non trattate chimicamente o geneticamente in nome di un sapore autentico e di un apporto nutritivo massimo.
Fresh thinking come lo definiscono Luca Travaglini e Daniele Benatoff, il riuscire a vedere le stesse cose con occhi diversi. La rivoluzione guarda in alto.