di Daniela Labadia
Occorre prendere consapevolezza dei potenziali benefici insiti nella vasta diffusione delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica, connessi alla riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti, al miglioramento della sicurezza energetica e alle opportunità economiche e occupazionali per le famiglie e il sistema produttivo.
La contestualità della crisi economica con la crescita della spesa dell’energia sta acuendo la sensibilità verso questo tema affinché la sostenibilità sia perseguita velocemente e con attenzione all’impatto economico sui consumatori.
Gli “Obiettivi 20-20-20” del Pacchetto Clima-Energia, che fanno parte della più ampia Strategia Europa 2020, che prevedevano, tra gli altri, un incremento dell’utilizzo delle fonti rinnovabili a soddisfare i consumi energetici finali lordi per almeno il 20% (Direttiva 2009/28/CE).
Il rapporto EEA stima infatti che l’Ue abbia effettivamente ridotto le emissioni di gas serra del 20% rispetto al 1990, aumentato del 20% la quota di utilizzo di energie rinnovabili e migliorato del 20% l’efficienza energetica.
Il forte calo è stato correlato, ovviamente, alla pandemia da Covid-19, periodo durante il quale si sono ridotti drasticamente i livelli di inquinamento e di polveri sottili.
L’Europa vuole essere leader globale nelle fonti energetiche e per realizzare l’obiettivo di tutela ambientale ha adottato il “Clean Energy for all Europeans package” proponendo un modello di governance dell’energia focalizzata sull’efficienza energetica (“putting energy effiency first”), basato su cinque dimensioni fondamentali quali la sicurezza energetica, l’assetto del mercato dell’energia elettrica, l’efficienza, il processo di decabonizzazione e azioni dei governi volte ad accelerare l’innovazione dell’energia pulita favorendo ristrutturazioni e investimenti.
Lo sviluppo delle rinnovabili ha influito, peraltro, sulla contrazione dell’import energetico, contribuendo ad emancipare progressivamente l’Italia da una dipendenza energetica dai combustibili prodotti all’estero, nettamente superiore alla media europea. Questa lenta progressione verso l’autoproduzione di energia non è risultata ancora sufficiente, visti gli ultimi avvenimenti causati dal conflitto russo ucraino. Nonostante ciò, la percentuale di importazioni del fabbisogno energetico è scesa dall’87% del 2000 al 76% del 2018, a fronte di un incremento nell’Ue28 dal 47% al 56%.
L’Agenda 2030 prevede, tra gli obiettivi del Goal 7, il raddoppio del tasso globale di miglioramento dell’efficienza energetica. Tale tema è divenuto sempre più rilevante, rispetto all’esigenza di ottimizzazione del rapporto tra fabbisogni energetici e livello di emissioni, al fine di ridurre gli impatti sul clima. Il PNIEC, piano integrato per l’Energia e il Clima 2030, pubblicato dal Ministero dello Sviluppo Economico e predisposto con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, è uno strumento fondamentale per cambiare la politica energetica e ambientale del nostro paese per il processo di progressiva riduzione dell’inquinamento ambientale. Il PNIEC prevede un obiettivo di risparmio di consumi di energia finale di almeno lo 0,8% annuo (con trasporti) nel periodo 2021-2030, con un consumo energetico complessivo atteso al 2030 pari a 132 tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep).