“Il dispiegamento di truppe dell’esercito russo ai confini dell’Ucraina è probabile che sia per intimidire. Ma è anche possibile che la Russia si stia preparando a entrare nel Paese”. Lo ha detto il vice consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Tony Blinken, in un’intervista alla Cnn. Gli Stati Uniti non escludono quindi un intervento armato di Mosca.
E infatti a Kiev la tensione torna alta e a Maidan la gente è tornata a manifestare per una unità nazionale che, come la Casa Bianca, vede sempre più minacciata dal rischio di una invasione delle truppe di Mosca nelle regioni russofone dell’est e, secondo la Nato, anche in quella moldava secessionista della Transnistria.
Il premier di Crimea, Serghiei Aksionov, soffia intanto sul fuoco istigando con un appello tv il popolo ucraino a opporsi all’integrazione europea e a scegliere un’alleanza con la Russia. “L’obiettivo di Putin non è la Crimea, ma tutta l’Ucraina”, ha sostenuto davanti a diverse migliaia di persone il segretario del consiglio di sicurezza Andrii Parubi dal palco del Maidan, la piazza dell’indipendenza di cui è stato il “comandante” nel lungo braccio di ferro dei manifestanti contro l’ormai deposto presidente Ianukovich.
“Nell’immaginazione maniacale di Putin, l’Ucraina deve fare parte della Russia”, ha aggiunto, accusando il leader del Cremlino di ammassare truppe al confine orientale pronte ad attaccare “in qualsiasi momento”. Anche il ministro degli esteri ucraino, Andrii Deschizia, in una intervista alla tv Usa Abc, ha ammonito che i rischi di una guerra con la Russia “aumentano”.
“La situazione è anche più esplosiva di quanto non fosse una settimana fa. Non sappiamo che cosa Putin abbia in testa e cosa deciderà”, ha aggiunto. Anche la Casa Bianca ha dunque timori di invasione e a dirlo è il vice consigliere per la sicurezza nazionale Usa Blinken, alla vigilia del G7 che si riunirà lunedì all’Aja e con cui Obama vuole inviare un forte messaggio a Putin.
Immediata la replica di Mosca, con il ministero della Difesa che garantisce di “rispettare tutti gli accordi internazionali che limitano il numero di truppe nelle regioni frontaliere con l’Ucraina”. Il 20 marzo il ministro della Difesa Serghiei Shoigu, ricorda, aveva già ribadito al suo collega Usa Chuck Hagel che la Russia non ha intenzione di ammassare truppe alle frontiere con l’Ucraina. Ma in Occidente non ci si fida più di Putin dopo l’annessione della Crimea. Tanto che il generale Philip Breedlove, capo delle forze Nato in Europa, ritiene che le forze russe al confine orientale con l’Ucraina siano così “consistenti” e “pronte” da poter “andare sino alla Transnistria se viene presa questa decisione”.
Proprio nei giorni scorsi dalla russofona Transnistria, stretta striscia di terra tra la riva del Dnestr (o Nistro) e il confine sud-occidentale ucraino, è arrivato un appello a Mosca per una annessione alla Russia. A sobillare l’Ucraina, in particolare il sud-est del Paese, anch’esso russofono, ci ha pensato il premier crimeano Serghiei Aksionov, facendo da megafono alle tesi di Putin. In un discorso diffuso dalla tv statale russa Rossia 24, ha messo in guardia gli ucraini contro la sigla della parte economica dell’accordo di associazione con la Ue, rifiutata in novembre da Ianukovich con una decisione che ha scatenato la crisi a Kiev. Aksionov ha fatto un po’ di terrorismo psicologico sulle possibili conseguenze: “tasse ingiustificatamente elevate, aumento dei prezzi, inflazione e aumento della disoccupazione, età media pensionabile portata oltre la speranza di vita media”.
“Io non ho il diritto di invitarvi a separarvi dall’Ucraina ma voglio invitarvi a difendere il vostro diritto ad una vita degna”, ha spiegato. “Voglio invitarvi – ha proseguito – a opporvi alla scelta fatta al vostro posto da un pugno di avventurieri politici finanziari da oligarchi… a difendere i vostri diritti e interessi, la cui realizzazione, ne sono profondamente convinto, passa per una stretta alleanza con la Federazione Russa, un’alleanza politica, economica e culturale”. E’ la linea di Putin, che dopo aver ripreso la Crimea non pare intenzionato a mollare così facilmente la presa sul resto del Paese.
La Critica