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lunedì, 18 Novembre, 2024

Una passeggiata di salute

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Di Martina Grandori

Agosto, l’estate è ancora nel suo splendore, le giornate sono lunghe, la voglia di relax è per tutti. E allora l’ideale sono delle belle passeggiate in montagna alla ricerca di erbe aromatiche spontanee. Un buon motivo per camminare, oltre al rigenerarsi con un clima più fresco e asciutto, l’atmosfera è più pura, e senza contare l’assenza di acari,  sono proprio le escursioni alla ricerca di queste erbe spontanee curative che si possono trovare e raccogliere senza troppa fatica nei prati di montagna. Partiamo dal presupposto che siamo sempre alla ricerca del benessere fisico e mentale, premesso che camminare in quota fa benissimo perchè la minore quantità di ossigeno nel sangue stimola la secrezione renale di eritropoietina, l’ormone che a sua volta induce il midollo osseo a produrre più globuli rossi per ossigenare meglio i muscoli, sono già questi ottimi motivi per iniziare a camminare quotidianamente. Una terapia per rimettersi in forma, un effetto doping naturalissimo grazie appunto alla secrezione dell’ eritropoietina che supporta i muscoli e non soltanto. Le camminate lunghe e un po’ in salita sono un ottimo sistema per bruciare massa grassa, tonificando tutto il corpo. Camminare aiuta anche il rilascio delle endorfine: l’umore migliora nettamente con un effetto quasi antidepressivo.L’altro motivo per cui vale la pena di fare un camminata quotidiana sui monti sono le erbe aromatiche spontanee, un dono della natura di cui l’uomo si è sempre avvalso. Moltissimele erbe aromatiche usate principalmente in cucina che si possono raccogliere nei prati – dall’aneto, alla borragine, al buon Enrico, ai bruscandoli, alla camomilla, al cumino,  all’isoppo, al tarassaco, e molti altri ancora.Sono circa 400 le varietà di piante officinali odorose catalogate in botanica, da cui poi si estraggono tinture madri, tisane ed unguenti con cui molte persone si prendono cura del proprio benessere. Fra queste le più comunemente utilizzate per aiutare a respirare meglio e quindi abbassare il livello di tensione del corpo sono il pino mugo e la lavanda.Balsamico, capace di aprire le vie respiratorie con il suo profumo balsamico, il pino mugo è un classico per fare suffumigi, le gemme nello specifico sono la parte contenente la parte più curativa in assoluto del pino mugo, l’olio essenziale. In previsione dei raffreddori autunnali, c’è chi aggiunge anche delle gemme di pino mugo appena raccolte al miele di eucalipto. Il risultato sarà un miele altamente balsamico, un sollievo naturale da aggiungere a tisane decongestionanti.

Regina delle piante officinali per alleviare lo stress è invece la lavanda, che grazie ai terpeni (delle biomolecole) ha proprietà calmanti e balsamiche. Il terpene contenuto nella lavanda si chiama linalolo e produce effetti rilassanti e calmanti sull’organismo e può alleviare significativamente le infiammazioni polmonari dovute all’Alzheimer o ai danni causati dal fumo.Per un risultato immediato, basta strofinarsi fra le mani una spiga e poi annusare il fiore, l’essenza  raggiunge velocemente il cervello agendo sul sistema nervoso centrale. Ottimo anche raccogliere della lavanda e buttarla nella vasca: sarà un bagno di assoluto relax, come pure qualche goccia di olio essenziale aggiunto alla crema per un massaggio prima di andare a letto.

Il timo selvatico calma la tosse, merito della presenza di un particolare fenolo: il timolo, potente antisettico, antispasmodico, espettorante e vermifugo. Le sue proprietà antisettiche sono conosciute sin dall’antichità e ne Herbario novo, un saggio del 1585 sulle piante medicinali, il timo veniva già consigliato cotto nel vino per combattere l’asma e le infezioni della vescica. Importante: vanno raccolte le foglie più basse e più carnose, le più ricche di olio essenziale.Continuando il nostro viaggio nei prati di montagna dove c’è una vera farmacia naturale, ecco altre erbe facilissime da trovare e raccogliere che fanno bene

Il tarassaco, diffusissimo nei prati di montagna, fa molto bene perché aiuta la cistifellea, stimolando l’afflusso della bile nell’intestino con benefici effetti sulla digestione dei grassi, si può mangiare crudo assieme all’insalata, ma anche cotto.

Buon Enrico, è ricco di sali minerali, ferro, saponina, acido ossalico e vitamina C, ed è particolarmente indicato come depurativo. È sconsigliato, invece, a chi soffre di disturbi renali ed epatici, di artrosi e reumatismi. Le foglie fresche possono essere applicate sulle scottature e sulle ferite per accelerarne la guarigione. Si mangia, ha un sapore simile allo spinacio, e lo si cucina in padella o bollito, oppure per sfiziosi ripieni. Il cumino di montagna è chiamato così per la sua somiglianza con la spezia orientale. In erboristeria si usano i semi perché favoriscono la digestione e sono un antisettico intestinale efficace. Ottimo anche per preparare liquori e distillati come la grappa al cumo.

E infine il bruscandolo, conosciuto molto anche come asparagina selvatica, una pianta che contiene circa 1000 sostanze, con importanti proprietà diuretiche (combatte la cellulite), purificante del sangue e stimolatore delle funzioni epatiche. Si utilizzano igermogli, e il modo più gustoso per assumere il buscandolo sono risotti, gnocchi o frittate.Ora non resta che munirsi di un cestino e iniziare a camminare fra i prati di montagna. All’insegna del benessere, del buon umore e di un tempo di qualità.

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