In questi giorni ci è capitato di fare una riflessione che abbiamo pensato di condividere con voi.
Se una persona è povera e quindi ha risorse limitate, non ha conseguentemente poche o punto possibilità di scegliere? Banalmente, può ottenere di essere curata dal miglior medico luminare per una certa malattia? Può scegliere i migliori prodotti per l’alimentazione? Può permettersi un’auto di recente produzione, magari piccola, ma più sicura? Sono domande retoriche, perché naturalmente, purtroppo, a tutte, la risposta è negativa.
E’ esperienza di tutti, crediamo, che qualcuno che desidera farsi curare da un medico specifico e quotato, deve farlo molto spesso privatamente, perché con il nostro S.S.N. è praticamente impossibile. Anzi, lì vi è la negazione della meritocrazia, allorquando, anche per far lavorare tutti i medici, quando si ottiene l’appuntamento per una vista attraverso il nostro Servizio Sanitario Nazionale, non si può scegliere da chi farsi visitare e, secondo noi, peggio ancora, se ci si deve ritornare, anche se il dottore che ci ha visitato la prima volta ci ha suscitato fiducia, non è detto che ci ricapiti la seconda volta. Il che è anche un po’ assurdo, in quanto ci dovrebbe essere un rapporto fiduciario medico-paziente. Quindi, per essere liberi di scegliere da chi farsi curare, bisogna pagare di tasca propria.
Anche con i cibi che si acquistano, le cose non vanno meglio. Statistiche affermano che molta gente, non potendo fare altro, rinuncia a frutta e verdura come alla carne più costosa e ricorre invece al cosiddetto “junk food”, ovvero, come lo definisce Wikipedia, al “cìbo spazzatura che è una tipologia di cibo considerato malsano a causa del suo bassissimo valore nutrizionale e della ricchezza di grassi o zuccheri”. E’ così anche per l’auto cui alcuni addirittura rinunciano oppure si tengono la vecchia, che però è meno sicura è lo è ancor più limitatamente se per risparmiare non si fa regolarmente la manutenzione.
Una indisponibilità di risorse sufficienti, ha ripercussioni anche sulla vita sociale, in quanto si finisce per limitare gli incontri con gli amici, oppure si rinuncia a trovare un/a compagno/a perché richiede troppi danari per conoscerlo/a, frequentarlo/a e via dicendo e molti altri potrebbero essere gli esempi. Se una persona mangia male, se non ottiene cure soddisfacenti, se ha una vita sociale ridotta ai minimi termini può ammalarsi, con costi e conseguenze dirette ed indirette sulla collettività. Se questi discorsi valgono a livello personale, ancora di più contano per le aziende, con ricadute ancora più grandi su sicurezza, economia, qualità di vita dei cittadini.
Le aziende, quando ci riescono, licenziano e quando non ce la fanno, falliscono, non investono, non assumono certe fasce della popolazione che quindi sono maggiormente in difficoltà a trovare lavoro, come i giovani ed i lavoratori che sono oltre i 45-50 anni. Oltretutto, come un cane che si morde la coda, con queste scelte si riduce ancora di più l’economia e la qualità di prodotti e servizi diventa una chimera con il rischio di perdere competenze per ottenerla. Se ne deduce, dunque, che queste scarse disponibilità di risorse finiscono anche per limitare la libertà individuale e collettiva. Tutto ciò dipende in parte dalla crisi che perdura, ma dobbiamo far notare che è un problema particolarmente accentuato in Italia, perché altrove l’economia va da meglio a decisamente meglio.
Qual è dunque l’elemento che ci limita più che negli altri Paesi? Secondo noi, il nostro Stato con norme soffocanti, con burocrazia eccessiva e a volte ottusa, con una tassazione che, è notizia di questi giorni, ci colloca al primo posto nella ben triste classifica dei più tassati. Paragonandoci ad altri, emerge che nella mitica Svezia le tasse sono inferiori a quelle italiane e la spesa pubblica è stata tagliata per un importo pari al 18% del PIL, che traducendo in Euro e rapportando questa dato al P.I.L. Italiano, sarebbe come se da noi avessero tagliato oltre 300 miliardi di spesa. Il Paese della Scandinavia si è ripreso, ha ridotto la disoccupazione e il debito e nel 2012 il PIL è cresciuto di circa 1,5%.
Parimenti l’Irlanda, quella che sembrava dovesse andare in default, ha ridotto la spesa pubblica di un importo che in Italia corrisponderebbe ad un taglio di circa 180 miliardi di euro. L’Irlanda nel 2012 ha superato tutte le previsioni indicate dalla troika, per giunta con un avanzo di bilancio del 10%. Anche la Gran Bretagna ha attuato tagli considerevoli alla spesa pubblica, in media del 20% per ogni ministero e programmati licenziamenti per 500.000 dipendenti pubblici. Entro il 2015 il taglio sarà di 100 miliardi di sterline. Cameron, inoltre, ha diminuito le aliquote fiscali fino al 26% con l’obiettivo di raggiungere il 22% nel 2014. Infine, ha stanziato importi da destinare esclusivamente agli investimenti delle imprese affinché potessero innovare. Spagna e Grecia hanno seguito strade simili ed ora sono messe meglio di noi.
Questo per dire che è possibile ridurre la spesa Statale, facendo veri sacrifici, ottenendo in cambio risultati che permettono a quei Paesi di guardare al futuro con maggior ottimismo rispetto a noi, avendo diversi margini di manovra, quindi più libertà, conseguentemente. Invece noi, con il nostro debito, siamo dei sorvegliati speciali e le nostre scelte sono molto limitate. Quindi, come si vede, la poca disponibilità di risorse, limita la libertà di tutti noi a tutti i livelli: personale, aziendale, statale. Ci pare, perciò, che ne consegua che il combattere l’ipertrofia del nostro Stato, la burocrazia che ne deriva e soprattutto il costo del medesimo alla fine si possa sintetizzare come una battaglia di libertà. Dura, lunga e difficile, visto che alla greppia statale ormai si pasce il 52% dell’economia nazionale. La domanda è: quale partito è in grado di combattere questa battaglia di libertà? Non Forza Italia, irrimediabilmente compromesso da 20 anni di storia che dicono il contrario, oggi ancor di più, dopo che si è candidato alle ultime elezioni a rappresentare delle istanze stataliste a difesa dei pensionati, certamente non N.C.D. o F.d.I. né tantomeno, per ragioni ideologiche, culturali e di convenienza la sinistra.
Anzi, a Settembre o poco più in là, potrebbero provare a tosarci ulteriormente per mettere una pezza ai buchi fatti dal Governo ed affini. Possibile che non abbiamo alcuna possibilità di salvarci? Che non si possa combattere per la libertà in maniera democratica? Possiamo solo osservare l’orizzonte e sperare. Un po’ poco, lo sappiamo, ma al momento….
Fabio Ronchi