di Giorgia Scataggia
Una notizia confortante, come un caldo raggio di sole in una giornata uggiosa, ha fatto breccia nel marasma di quelle incredibili storie che parlano di rapimenti di Stato. Solo un piccolo cenno, un segno che indica che siamo sulla giusta strada. Pietro Caccavale, diventato per tutti ormai lo zio d’Italia, ci ha confermato la bella notizia in diretta su Radio Critical Break, condotta dal direttore Antonio Corcione: potrà finalmente riabbracciare il nipotino Lorenzo (nome di fantasia).
LA STORIA, IN BREVE.
Lorenzo è un’anima innocente che ha conosciuto troppo presto il lato brutto della vita. Orfano di madre e figlio di un padre assente, aveva trovato una stabilità emotiva grazie alle amorevoli cure dello zio, al quale era stato affidato. Il video del suo “rapimento”, avvenuto il 29 Luglio per mano di otto carabinieri armati e con modalità che si addicono di più all’arresto di un criminale, ha fatto il giro del web, suscitando lo sdegno di chiunque lo visionasse. I singhiozzi di quel bimbo, che chiedeva solo di poter rimanere con lo zio il quale da sempre, sin dai tempi della malattia della madre, gli è stato vicino e che non gli ha mai fatto mancare nulla, hanno mosso gli animi di tantissime persone. Persone comuni, le quali non hanno esitato ad organizzare manifestazioni e ad inviare mail di protesta alle istituzioni. In seguito alle interviste video e radiofoniche, agli articoli redatti dalla testata giornalistica LaCritica e grazie anche all’intervento dell’On. Veronica Giannone (Gruppo Misto), fautrice di molte interrogazioni parlamentari su queste tematiche, il caso è stato portato a Fuori dal Coro, trasmissione in onda su Rete4, condotta dal Direttore Mario Giordano. Il risultato di questo clamore mediatico è arrivato. Dopo quattro mesi di silenzio assordante, finalmente zio e nipote potranno ricongiungersi.
UN GIORNO FELICE.
“Per me oggi è una giornata di festa” ha affermato Pietro nel corso dell’intervista. “Ovviamente dovrò sottostare ad alcune condizioni, le solite modalità di visita che prevedono uno spazio neutro e la presenza di un educatore. Sì, sono felice, ma non è ancora finita. Io considero mio nipote ancora rapito, ma sicuramente ho raggiunto un primo obbiettivo, anche se la strada è ancora lunga”.
Tutta la redazione de LaCritica si stringe attorno a Pietro Caccavale in un abbraccio virtuale. Terremo i nostri lettori costantemente aggiornati sulla vicenda.