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giovedì, 28 Novembre, 2024

Ultima generazione e le proteste eticamente scorrette – che fare?

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È degli ultimi giorni la notizia di continue proteste, svolte dal gruppo ambientalista «Ultima
Generazione», che creano disagi agli automobilisti della capitale e di altre città del territorio nazionale. Il movimento ambientalista, nato nel 2021 su modello estero e da allora attivo in tutto il territorio nazionale, ha avviato una campagna di disobbedienza civile chiamata «Blocchiamo il
GRA», creando non pochi disagi per tutti gli automobilisti che quotidianamente utilizzano le
principali arterie stradali della capitale.
Questo genere di protesta si colloca in uno spazio temporale particolarmente vicino ad altre proteste eclatanti, come quelle avvenute presso gli Uffizi, dove degli attivisti del medesimo gruppo si sono attaccati sulla Primavera di Botticelli, nella speranza di sensibilizzare il pubblico sui temi
ambientalisti di cui sentiamo sempre più spesso parlare.
Nulla da dire, in sostanza, sul messaggio che questa associazione vuole lanciare. Da chiedersi è
però, l’utilità di queste modalità di protesta e di “disobbedienza civile”, come la definiscono loro.

Perché in fin dei conti, se ci pensiamo, la vera disobbedienza civile non si fa danneggiando i propri
concittadini o il patrimonio artistico mondiale, ma piuttosto andando ad intervenire là ove vi sono
dei “vuoti giuridici” come fanno moltissime altre associazioni del medesimo tipo e non quello che si vede con queste proteste è invece una vittoria della morale sull’etica, un superamento della soggettività sulla collettività, una distruzione completa di ciò che è umano, culturale, sociale, in favore in vece dell’opinione di un individuo o, comunque, di un piccolo gruppo di individui.
Il fatto che il problema sia reale, non autorizza la violazione della legge, né il danneggiamento
dell’altrui proprietà o dell’altrui quotidianità. Vi sono infatti moltissimi modi per sensibilizzare
l’opinione pubblica su questa tematica, tanto che un intero filone letterario, l’ecocritica, si occupa
da decenni dei problemi ambientali in chiave letterario-artistico.

Il mondo, in poche parole, può essere cambiato anche eticamente, facendo sì cioè che non sia la
propria morale, ciò che è giusto “per me” ad essere imposto sugli altri, ma piuttosto divulgando
accademicamente, artisticamente e scientificamente e donando, così, una nuova serietà
all’argomento.
Ebbene si: il rischio di questi piccoli atti di disobbedienza civile, del tutto inutili, non fanno altro
che produrre un crescente malcontento nell’opinione pubblica che, conseguentemente, sarà portata a distaccarsi dal problema, ignorandolo sempre di più. La vera informazione non può essere fatta solamente attraverso la pars destruens, ma deve essere sempre accompagnata anche da una pars costruens, ovverosia un atteggiamento pro-attivo di cambiamento e di sensibilizzazione.

Decine di migliaia di scienziati ambientali lavorano quotidianamente per trovare una soluzione a
questo problema reale e tangibile: siamo sicuri, dunque, che intasare il Grande Anello Anulare sia
parte della soluzione?
Abbandoniamo in buonismo e la sensibilizzazione pressapochista e rimbocchiamoci piuttosto le
maniche.

di Stefano Sannino

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