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sabato, 21 Dicembre, 2024

TUTTI A CASA: DELINQUERE PAGA! Cancellieri: "valutare l'indulto"

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Il sistema giudiziario, in Italia, “continua a essere in sofferenza pur a seguito dei numerosi interventi introdotti negli ultimi anni”. Ad ammetterlo è il Guardasigilli, Annamaria Cancellieri, che spiega come “è sotto gli occhi di tutti l’eccessivo carico di lavoro che affligge gli uffici giudiziari”. Il 30 giugno 2013, infatti “si contano 5.257.693 di processi pendenti in campo civile e quasi 3 milioni e mezzo in quello penale”.

“Le inefficienze della giustizia – ha poi sottolineato nella relazione annuale alla Camera – hanno pesanti ricadute anche sul debito pubblico. I ricorsi per il riconoscimento della responsabilità dello Stato per i ritardi in materia giudiziaria, regolati dalla legge Pinto, costituiscono larga parte del contenzioso seguito dal ministero”. “Numero ed entità delle condanne – ha proseguito – rappresentano annualmente ancora una voce importante del passivo del bilancio della Giustizia, la cui eliminazione va posta come prioritario obiettivo”.

In particolare, ha precisato, “l’alto numero di condanne ed i limitati stanziamenti sul relativo capitolo di bilancio, hanno comportato un forte accumulo di arretrato del cosiddetto debito Pinto che, ad ottobre 2013, ammontava ad oltre 387 milioni di euro”. “Sono circa mille i ricorsi proposti alla Corte Europea dei Diritti Umani per lamentare il pagamento ritardato degli indennizzi, che comporteranno ulteriori esborsi a carico dello Stato”, ha sottolineato il Guardasigilli.

“Il sistema è in sofferenza nonostante la risposta offerta dalla magistratura italiana che l’ultimo rapporto della Commissione Ue per l’efficienza della giustizia colloca ai primi posti in termini di produttività”. Così il ministro Cancellieri ricordando che “aumentano carichi di lavoro e spazio di azione dei magistrati: da qui traggono origine insoddisfazioni per le lentezze dei giudizi e timori che la sovraesposizione della magistratura possa alterare il delicato equilibrio tra i poteri dello Stato”.

Sul tema amnistia-indulto la Cancellieri è chiara: “Spetta al Parlamento la responsabilità di scegliere se ricorrere a quegli strumenti straordinari evocati dal Presidente della Repubblica e che certamente ci consentirebbero di rispondere in tempi certi e celeri alle sollecitazioni del Consiglio d’Europa”.

Facendo un bilancio degli esiti del decreto carceri varato a dicembre, il ministro ha parlato di “primi risultati incoraggianti”. “Al 9 gennaio 2014 i detenuti in carcere erano 62.326, in progressivo decremento rispetto alla rilevazione del 4 dicembre 2013 quando il numero era di 64.056. Si registra inoltre un sostanziale dimezzamento degli ingressi mensili”, ha spiegato.

L’attuale condizione di difficoltà in cui versa il sistema giudiziario – ha però affermato – non deve far prevalere l’erronea convinzione che le cose non possano migliorare, né costituire un alibi per l’immobilismo. Tutti possiamo contribuire a far sì che l’ottimismo della volontà prevalga sul pessimismo della ragione”.

La Critica

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