di Abbatino
Passa la linea di Salvini? No, ancora comanda la Lamorgese.
Una volta, l’immigrazione era quella degli italiani all’estero che si trasferivano legalmente per lavorare e spesso ci riuscivano. Erano operai, artigiani, carpentieri. Non c’era niente di illegale in questo, così come adesso continua il movimento dei nostri connazionali attirati da mete che promettono mari e monti, oltre che pace e prosperità ma per le eccellenze che altre patrie possono offrire rispetto a quelle di casa nostra, come a casa nostra prosegue imperterrita l’immigrazione illegale, quella degli scafisti, quella dei barconi della morte. Migliaia i migranti, ospiti dell’hotspot di Lampedusa e oltre, con le prefetture che si mobilitano per rifare i bandi per l’accoglienza. La solita musica, ne più ne meno di prima: i gruppi verranno poi caricati e trasportati chissà dove, senza nessuna speranza di sistemare il flusso di persone. Nella struttura di primissima accoglienza di Lampedusa restano, intanto, centinaia di migranti. Nelle ultime ore, il flusso prosegue con il bel tempo; altri erano già stati spostati nei giorni passati, quando il collasso della struttura era imminente. Così come in un centro di accoglienza sono stati accolti tutti tranne le raccomandazioni di Matteo Salvini. Perché dobbiamo dirlo a chiare lettere: non è cambiato niente neppure dopo le continue invettive del leader della Lega contro il suo governo. In più, chi arriva non ha proprio fatto il vaccino anti COVID e si porta dietro malattie svariate. Quindi cosa è cambiato? Niente, proprio niente. L’unica cosa che è mutata è che la Lega al governo non è più incisiva, come magari lo era nella maggioranza gialloverde. Non possono parlarne. Il governo Draghi è il loro governo. Non possono parlare più di tanto perché la Lamorgese è anche il loro ministro dell’interno. Si può parlare di fallimento? Servirebbe al contrario un vero cambiamento nelle politiche di immigrazione perché tornare ai deliri degli anni passati, il passo è breve. Anzi brevissimo. Con l’aggravante della pandemia, che ancora brucia sotto la cenere.