Il film è a mio parere decisamente godibile. E’ un misto tra quel film del 93 “Ricomincio da capo” dove un meteorologo si continuava a svegliare all’infinito nello stesso giorno e con la stessa canzoncina “I got you babe” e il film tutto steroidi e alieni cattivi “Starship Troopers”. Esagero e ci metto pure un po’ di Matrix visto come sono fatti e come si muovono i cattivissimi alieni e di Salvate il soldato Ryan per le scene di guerra.
Qui il nostro eroe Tom Cruise non si sveglia con una canzoncina ma con un calcio di un sergente che lo sprona ad alzarsi per partecipare al mega attacco verso gli alieni. Una specie di sbarco di Normandia contro un nemico che a macchia d’olio ha conquistato tutta l’Europa e Asia e minaccia il resto del mondo. I moderni marines saranno dotati di esoscheletri che dovranno essere l’arma invincibile utilizzata per la rivincita. In realtà è tutta una trappola e il nemico aspetta solo un attacco per sterminare l’intero genere umano.
Come un novello Neo (Matrix), il Maggiore William Cage dovrà scoprire il perché è costretto a morire ogni volta e risvegliarsi nello stesso posto, cercare alleati nelle poche ore che ha a disposizione prima dello sbarco, trovare il punto debole del nemico e vincere. Simpatica l’idea di chiamare Cage (Ingabbiato) il Maggiore anche perché lui è effettivamente chiuso dentro una gabbia che non riesce a forzare nonostante le energie erogate. I cattivi sono i Mimic, chiamati così perché riescono ad adattarsi alle tecniche di combattimento dell’uomo (ma il trucco c’è).
L’altra protagonista della storia è Emily Blunt (già vista in Il diavolo veste Prada) che impersonifica Rita Vrataski. La Blunt, che nella vita reale ha recentemente avuto il primo figlio, è l’Angelo di Verdun (unica vittoria sostenuta dal genere umano) e quindi ha una grossissima responsabilità: guidare la riscossa. Rita il cui nickname fa già capire le sue capacita da combattente (Full Metal Bitch), è la chiave di volta che accelererà la trama in un vortice di avvenimenti.
Come dicevo il film, anche se riparte dallo stesso punto, non smette mai di stupire. Sapere che la fine sarà la stessa ma vivere in modi completamente differenti gli stessi momenti è una sensazione che da le vertigini. Nonostante ci sia sempre la presenza di una catastrofe immane, il film permette di avere delle pause divertenti e pseudo sentimentali. La classica storia d’amore tra il protagonista maschile e quello femminile qui è sublimata. Non ci sono facili sentimentalismi, solo due anime che vivono l’imminenza della fine e che vivono in simbiosi. Uno sforzo strenue per il raggiungimento dell’obiettivo massimo: la sopravvivenza dell’umanità che non lascia spazio a tenerezze.
Tom Cruise che per me non è mai stato un grande attore ma solo un attore fortunato, riesce a sfoderare tutti i personaggi che lo hanno accompagnato: in alcune scene sembra il giovincello spensierato di Risky Business, lo spavaldo di Topgun, lo spaesato de “il Socio”, il muscolare di “Mission Impossibile”, il futuristico di “Oblivion”. Quello che mi lascia perplesso è come fa ad essere ancora così a 52 anni….a già ritorna indietro nel tempo quando vuole!
Francesco Bassino