Da un grande potere, derivano grandi responsabilità. Questa frase mi ha sempre affascinato. E’ la frase con la quale Ben Parker, zio del famoso Peter Parker (l’Uomo Ragno) insegna la responsabilità che egli dovrà per sempre tenere in mente. Una lezione di vita che diventa il suggello della missione di Spider Man; mai tirarsi indietro, mai cedere al male, mai abbandonare i propri impegni.
L’ottima macchina di propaganda ci ha riempito da mesi di numeri strabilianti: 3,5 ore ogni volta che l’attore Dane DeHaan doveva truccarsi per fare Goblin, 20 kg la sua armatura, 142 minuti che è la durata del film (il più lungo di tutti gli Spiderman), un investimento enorme per l’unico film dell’Uomo Ragno finalmente girato interamente a NY City. Ed in effetti il risultato è divertente, coreografico, e in linea con quello che ci si aspetta da un film-fumetto.
In tutti i film di Spider Man abbiamo sempre visto che la battaglia interiore nell’eroe è il punto preponderante. Come vivere una vita normale essendo un supereroe, come vivere l’amore e la segretezza del suo alterego, come non farsi trasportare dal potere che richiama attenzione e fama ma anche invidia. Nel film appena uscito nelle sale “The Amazing Spider-Man 2: Il Potere di Electro” questo conflitto interiore è ancora più evidente e portato all’esasperazione proprio perché il supernemico questa volta è effettivamente più forte del nostro eroe.
Electro interpretato da Jamie Foxx (già visto in Miami Vice il film) emerge nella recitazione al di sopra degli altri. E’ realmente un super cattivo e surclassa la parte deell’Uomo ragno interpretarto da Andrew Garfield. Quest’ultimo sarebbe forse stato perfetto nel ruolo del suo omonimo gattone, ma in quelli dell’Uomo Ragno lascia trasparire solo pressapochismo, fragilità recitativa e un fisic du role deludente. Nel film, purtroppo, l’ironia e il sarcasmo che trasparivano dalle pagine dei fumetti sono state sostituite da un atteggiamento molto buffonesco, quasi da clown. Forse questo deriva dal tentativo di affascinare più il pubblico di giovane età rispetto a quello più adulto (cosa riuscita perfettamente con le serie di Batman) ma a un vecchietto come me, a volte infastidiscono.
Come in tutti i film precedenti, anche in questo non mancano colpi di scena anche molto forti e commoventi, una storia d’amore e alcuni personaggi a contorno. Paul Giamatti però nella parte di Rhino è a mio parere ridicolo. Un attore che per tutta la sua vita ha recitato in parti da bravo ragazzo, buono e a volte depresso, stona nella parte del cattivone. Nel suo viso tirato in smorfie irreali si intravvedono in realtà i sorrisi ebbri di vino del film Sideways – in viaggio con Jack.
Il mainstream di film che derivano dai fumetti americani (Marvel o DC) è in piena espansione, Thor, Capitan America, the Avangers, Wolverine, Superman, Batman sono tutti esempi di come la fantastica visione di un mondo di supereroi sta sempre più prendendo piede e di come questi mondi paralleli al nostro, siano affascinanti e sempre più premiati dal grande pubblico. Anche in Italia sarà sicuramente un successo soprattutto perché gli italiani preferiranno sognare al cinema che bersi le favole quotidiane della classe politica attuale.
Francesco Bassino