Roma, 7 dic. (AdnKronos) - Valorizzare di più - anche agli occhi dell'opinione pubblica - le operazioni di addestramento delle milizie curde, nelle quali l'Italia è già impegnata da tempo. Ma anche armare i nostri droni, utilizzandoli a supporto di azioni offensive congiunte con Francia e Gran Bretagna, e non più solo in fase di ricognizione. Questi i "consigli" di Franco Frattini, ex ministro degli Esteri, che in un colloquio con l'AdnKronos commenta l'atteggiamento del governo in merito al dossier siriano. "Come Italia - spiega Frattini - oggi abbiamo due scenari di interesse che vanno inseriti tra le priorità. Il primo è rappresentato dalla Libia, dove possiamo avere un ruolo di leadership sia nel favorire un accordo politico" tra le fazioni in contrasto, "sia impegnandoci sul terreno con addestratori e missioni di institution building, che l'Italia sa fare benissimo e che avrebbero una ricaduta diretta anche sul controllo dell'immigrazione", in un Paese che presenta "la più pericolosa trasmigrazione di Daesh proveniente da Raqqa. Tutto questo, però, richiede qualcosa che ancora non c'è: un accordo tra le entità politiche di Tobruk e Tripoli e una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu".