(AdnKronos) - In assenza di ciò, secondo l'ex titolare della Farnesina, l'Italia può concentrarsi sulla questione Siria e agire in due modi: puntando cioè sull'addestramento delle forze combattenti curde, "un contributo che noi già diamo ma che non valorizziamo abbastanza. Chi lo sa che 700 nostri uomini stanno addestrando i peshmerga? Tutto questo - sottolinea - va messo sul piatto della bilancia", così come il fatto che "abbiamo il comando della missione Unifil, con 2mila soldati, in una zona calda come il sud del Libano". Il secondo punto riguarda l'impiego dei nostri droni, "i quali possono essere armati e utilizzati sia per la ricognizione che a supporto di un'azione realizzata insieme a forze francesi e inglesi". Muovendosi così, l'Italia "farebbe un passo aventi e potrebbe rivendicare il suo impegno non solo in fase di addestramento ma anche in ambito strettamente operativo", prosegue Frattini, per il quale "in queste situazioni conta molto l'apparire sullo stesso fronte. Noi ci siamo già, ma paradossalmente siamo meno visibili di paesi che in realtà fanno meno di noi". Un chiaro riferimento alla Germania, "che è praticamente partita da zero, schierando uomini e mandando aeroplani. Noi invece", a differenza del paese guidato da Angela Merkel, "non partiamo da zero - osserva il presidente della Sioi - ma sembra quasi che abbiamo detto di 'no' ad Hollande".