Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un aumento dei flussi migratori, soprattutto dall’Africa e dal Medio Oriente e soprattutto da Paesi in cui i disordini e le guerre intestine sono terminate da molto tempo, almeno ufficialmente. La maggior parte dei migranti provengono da tutti quei Paesi in cui la famosa “primavera araba” ha avuto un esito assai positivo per Obama: Libia e Tunisia, oltre a Paesi del Sahel tra cui spicca, con un vistoso aumento di clandestini, il Mali e, sempre dal nord Africa, aumentano le partenze verso l’Europa di numerosi egiziani.
Ora viene da chiedersi come mai, visto il ripristino della democrazia in tutto il nord Africa e area sub sahariana vi è un continuo aumento di profughi?
Pare ovvio che in casi come la Libia, non vi è stato un ripristino di un regime democratico, bensì l’ex colonia italiana è un Paese allo sbaraglio, con tre macroaree ben distinte e in lotta tra loro nonché un ottimo rifugio per jihadisti che usano la Libia come base sicura da cui sferrare attacchi all’Algeria, al Mali ed all’Egitto. Non è un caso che il maggior esponente della Jihad maliana, Mokhtar Belmokhtar, responsabile dell’attacco alla raffineria algerina che costò la vita a numerosi occidentali nel 2013, viva, nel sud della Libia indisturbato e, chissà, forse persino protetto dall’inquilino residente al 1200 di Pennsylvania Avenue a Washington D.C. In Mali comunque la situazione odierna è decisamente cambiata, libere elezioni sono state indette e le forze jihadiste, nonostante siano ancora attive nel Paese sono state duramente sconfitte.
Quindi una buona parte di coloro che stanno emigrando in Europa, sono coloro che non accettano o che rischiano la prigione, se non la morte, in quei Paesi dove i movimenti jihadisti sono stati sconfitti e, in taluni casi, decimati come appunto il Mali e l’Egitto, Paese, quest’ultimo, dove il principale movimento islamico fondamentalista, i Fratelli Musulmani, sono stati messi al bando e considerati terroristi. Solo in Europa continuiamo ad importarne come datteri e a garantirgli sussidi e protezione ed in alcuni, forse l’unico, casi, li mandiamo in parlamento a fare i deputati.
E’ ovvio che chi si sente minacciato in un regime democratico ha motivi assai validi che non potrebbero, comunque, coincidere con i nostri principi.
In pratica, la famosa “primavera araba” è stata solo una sorte di rivoluzione che è semplicemente servita ad eliminare quei regimi che garantivano, seppur col pugno di ferro, laicità e fungevano da “area cuscinetto” tra l’Europa mediterranea e le forze fondamentaliste islamiche che da secoli mirano alla conquista ed alla distruzione del Vecchio Continente, Roma in primis poiché rappresenta la capitale spirituale della più grande religione monoteista invisa all’Islam: il Cristianesimo.
Eliminando politici come Ghaddafi, la Libia è diventata la testa di ponte da cui sferrare, complici i politici europei, l’invasione finale dell’Europa, che porterà il nostro Continente, e l’Italia in primis, ad una sanguinosa lotta intestina in cui la popolazione autoctona non avrà neanche l’appoggio del proprio Paese.
Le forze politiche di sinistra, orfani di madre Russia, hanno trovato nelle forze islamiche fondamentaliste, l’ultima spiaggia per portare in nostro Paese verso quella dittatura rossa che hanno sempre sognato sin dal 1921, anno di nascita del P.C.I. ma il loro sogno si infrangerà nel momento stesso in cui da dittatura atea si ritroveranno in una dittatura teocratica che vedrà alcuni dei loro leader, per comportamenti non consoni alla Sharia, condannati a morte.
Per comprendere, per una volta, non leggiamo best seller di qualche scrittore d’Oltreoceano, spendiamo qualche euro in meno e acquistiamo il Corano e tra una sura e l’altra scoprirete ciò che è realmente l’Islam, ciò a cui mira e ciò che è capace di fare. Non è un libro lungo da leggere ed è inoltre poco noioso se si ha voglia di sapere quali saranno le nostre leggi tra dieci anni, ad andar bene.
Coloro, sia di sinistra sia legato al verbo dei residenti oltre le mura leonine potranno imparare molto dalla lettura del Corano ma anche stando attenti agli articoli di cronaca; giusto per rinfrescarla citiamo un caso avvenuto alcuni anni fa e che avrebbe dovuto svegliare i cristiani da sempre dormienti e passivi come un gregge di pecore.
Era la primavera del 2002 durante la cosìdetta seconda intifada, nell’ambito dell’operazione “scudo di difesa” l’esercito israeliano entrò nella cittadina di Betlemme con lo scopo di arrestare alcuni terroristi palestinesi ricercati. Una decina di terroristi pensò bene di rifugiarsi all’interno della Chiesa della Natività, uno dei simboli principali del Cristianesimo e vi soggiornarono per circa 40 giorni. Durante questa occupazione, i palestinesi, islamici, bivaccarono, urinarono, defecarono nelle chiesa ed infine, giusto per non farsi mancare nulla, quando levarono le tende, sotto la protezione del Vaticano e dell’Occidente, rubarono candelabri, icone e libri.
Ovviamente i terroristi non vennero consegnati all’esercito israeliano bensì vennero esiliati tra l’Europa e la Stiscia di Gaza. La chiesa della Natività fu successivamente ripulita dalla profanazione da parte islamica e, nonostante le funzioni religiose ripresero due giorni dopo la “liberazione” qualcuno ne invocò la riconsacrazione. Ma di tutto ciò i giornali non hanno parlato bensì hanno riportato le parole di un monsignore di origine palestinese che vedeva in Israele, l’unica democrazia del Medio Oriente, il seme del male, dimenticandosi però che se i luoghi santi per i cristiani sono ancora raggiungibili dai pellegrini, se quei luoghi santi per la cristianità non sono solo delle macerie, lo si deve ad Israele che li protegge dalle barbarie e dall’intolleranza islamica.
L’antisemitismo e l’islamofilia che pervadono l’Europa sono la normale evoluzione di due fattori principali: la crisi del petrolio voluta e orchestrata nel 1973 dal re saudita Faysal, che con quella crisi voleva “punire” tutti quegli Stati occidentali che appoggiavano Israele durante la Guerra del Kippur; il secondo fattore è la radicata rete dei Fratelli Musulmani in Europa che risale agli anni 60,con l’arrivo in Europa di numerosi giovani medio orientali con l’intento di studiare nelle nostre università, principalmente in Germania.
Da qui l’avvio in Europa di una vera e propria jihad culturale che ha finito per condizionare tutti i governi europei. La jihad culturale islamica in Europa dagli anni 60 ad oggi è aumentata anche con la creazione di poli finanziari islamici molto attivi nel nostro continente grazie ai finanziamenti sauditi erogati tramite la Islamic World League.
I fratelli musulmani, quindi, rappresentano il cosìdetto Islam politico ossia: nel Corano è contenuto sia il credo di una religione sia la carta costituzionale di uno Stato, uniti da un forte spirito di missione. Uno Stato islamico è lecito se adotta la Sharia come base per la stesura dei suoi codici civile, penale e amministrativo, e questo tipo di Stato ha un nome: “califfato” ed è un tipo di Stato che riunisce tutti i credenti sotto un’unica entità socio-politica-religiosa.
Questo è il piano per l’Europa e buona parte dei clandestini che stiamo raccogliendo in mare hanno come loro unica missione quella di colonizzare e distruggere, con la colpevole e volontaria complicità dei partiti di sinistra europei, la nostra cultura, le nostre radici e i nostri valori.
Gian Giacomo William Faillace