Roma, 23 marzo 2017, fonte Italpress. Contro il TERRORISMO “si può fare molto, ma non credo nella prevenzione intesa come mettere guardie ovunque, non serve a niente. Occorre l’intelligence, ovvero sapere cosa accade, ma le due forme di conoscenza usate in passato, con terrorismo e associazioni mafiose, servono a poco”. Così il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Piercamillo Davigo, al videoforum di Repubblica TV. “Sono molto difficili le intercettazioni, perché capita che i terroristi parlino dialetti conosciuti a quattro-cinquemila persone, quindi serve un interprete che provenga dallo stesso villaggio, e a quel punto siamo sicuri che potrà essere fedele alla giustizia, o resterà fedele al villaggio di appartenenza?”, ha aggiunto. Oltretutto, ha proseguito Davigo, “le infiltrazioni sono pressoché impossibili, perché servono persone che appartengono a quella cultura e a quella storia”. Dunque resta solo “da distinguere tra chi è favorevole alla guerra e agli attentanti e chi è contrario, usando questi ultimi come alleati”, ha detto ancora il numero uno dell’Anm.