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lunedì, 18 Novembre, 2024

Tangenti: prescritto un reato per Mantovani, 'giustizia lenta'

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Ex vicepresidente Lombardia, innocente ma non rinuncio estinzione (ANSA) – MILANO, 18 OTT – La quarta sezione penale del Tribunale di Milano ha dichiarato stamani la prescrizione per uno dei reati, un’ipotesi di abuso d’ufficio, contestati all’ex vicepresidente della Regione Lombardia e consigliere regionale di Forza Italia Mario Mantovani, che venne arrestato nell’ottobre del 2015 e che e’ sotto processo a Milano assieme ad altre persone, tra cui l’assessore lombardo all’Economia Massimo Garavaglia. Nella scorsa udienza l’ex ‘numero due’ del Pirellone, arrestato due anni fa per corruzione, concussione e turbativa d’asta, aveva spiegato che era “orientato” a rinunciare alla prescrizione per ottenere il proscioglimento nel merito, anche se avrebbe dovuto valutare bene con i suoi legali cosa fare. “Come annunciato settimana scorsa – ha chiarito oggi in una dichiarazione Mantovani- nonostante la mia propensione a valutare l’atto di estinzione del reato, ho accondisceso all’invito dei miei avvocati che con fermezza mi hanno rammentato il significato di questo istituto giuridico, previsto proprio dallo Stato italiano a tutela dei diritti dei cittadini ad un giusto processo, in tempi ragionevoli, secondo il dettame dell’articolo 111 della Costituzione. E purtroppo – ha aggiunto – come sappiamo, i tempi della giustizia italiana ad oggi non garantiscono la necessaria serenità”. L’ipotesi di abuso d’ufficio, che si e’ prescritta ai primi di ottobre, vedeva imputato Mantovani, assieme ad altre tre persone, in qualità di sindaco all’epoca del Comune di Arconate (Milano) per fatti del 2010 e relativi ad un “immobile settecentesco denominato ‘Palazzo Taverna'”. Mantovani ha preso “atto dell’intervenuta estinzione del reato” che “e’ per me motivo di profondo rammarico, essendo trascorsi 4 anni di indagini, tra cui 6 mesi tra carcere ed arresti domiciliari”.Mantovani si domanda “perché la Procura non abbia per esempio deciso di approfondire fin da subito detto capo di imputazione, non consentendo al Tribunale di compiere le necessarie valutazioni. Peraltro – ha proseguito – io sono certo della mia innocenza”. E conclude di aver “già dato mandato ai miei avvocati di procedere in sede civile e penale per il ristabilimento della verità e dell’onorabilità della mia persona”.

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