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lunedì, 18 Novembre, 2024

TAIWAN: ESERCITAZIONE CINESE SIMULA INVASIONE. L’intelligence della Marina U.S.A. prende la cosa sul serio

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Il 13 febbraio scorso, durante una conferenza, il comandante dell’intelligence della Flotta del Pacifico degli Stati Uniti ( PACFLEET ), Cap. James Fanell, ha manifestato piena preoccupazione in merito alle ultime esercitazioni delle Forze Armate dell repubblica Popolare Cinese nell’area del Mare Cinese orientale. In pratica i militari cinesi hanno simulato non solo un’invasione di Taiwan ma anche  ampliato il suo addestramento per includere un attacco simile alle aziende giapponesi operanti nel Mar Cinese orientale.

Infine, ma non meno importante, come parte della Missione Action 2013 (così è stata battezzata l’esercitazione) ha portato a termine l’addestramento dell’Esercito di Liberazione della Cina Popolare (PLA) per un’eventuale invasione e relativa occupazione delle isole Senkaku o, probabilmente, delle Isole Ryukyo meridionali, ufficialmente sotto la sovranità del Giappone che ne ha pieno diritto.

Fenell ha chiaramente dichiarato che i servizi segreti della Marina americana, hanno assistito ad una massiccia esercitazione anfibia da parte della Cina, che pare si stia preparando a condurre un breve guerra nell’area e lo scopo dell’esercitazione era chiaramente la distruzione  delle forze giapponesi nel Mar Cinese Orientale.

Nell’ultimo anno, la Cina non ha solo aumentato l’attività militare ma ha inoltre incrementato azioni militari provocatorie nel Mar Cinese meridionale intorno al cosiddetto Nine Dash Line nonostante la mancanza di qualsiasi spiegazione o base apparente secondo il diritto internazionale.

9-dash-lineLa Nine Dash Line sono letteralmente i nove segmenti in cui è diviso il Mar Cinese Meridionale, è una linea di demarcazione usato dai governi di Repubblica popolare Cinese (RPC) e la Repubblica di Cina (Taiwan) per le loro richieste di sovranità sul Mar Cinese Meridionale. L’area comprende le isole Paracel, occupate dalla Cina, ma rivendicate dal Vietnam, e le isole Spratly, contese dalle Filippine, Cina, Brunei, Malaysia, Taiwan e Vietnam. La prima mappa ampiamente riconosciuta  mostra una linea di undici segmenti tracciata a forma di U è stata pubblicata nella Repubblica Popolare Cinese il 1° dicembre 1947. Due dei segmenti nel Golfo del Tonchino sono stati successivamente rimossi al per volere del premier cinese Zhou Enla , riducendo il totale a nove, nonostante le obiezioni dei suoi vicini.

Il capitano James Fanell ha poi spiegato nel dettaglio quelle che lui chiama azioni aggressive cinesi soffermandosi sulle esercitazioni navali cinesi nel Mare delle Filippine che vennero descritte da Pechino come “tutela dei diritti marittimi”. Ma questa dichiarata tutela dei diritti marittimi è un eufemismo cinese per sequestrare i diritti marittimi dei suoi vicini.

Infine, la settimana successiva all’esercitazione nel Mare delle Filippine, una nave da guerra giapponese, in navigazione nel Mare Cinese orientale, ha denunciato che il suo radar è stato bloccato dai sistemi elettronici a bordo di una nave militare cinese. Il governo di Pechino ha negato per circa un mese per poi ammettere l’accaduto ma giustificandosi dicendo che le navi erano troppo vicine per poter usare i sistemi d’arma. Pare quindi che la Cina stia adottando un modello di comportamento volto a  portare avanti una politica d’espasione o comunque di forte influenza nelle aree dell’Estremo Oriente e del Sud-est asiatico e affermare il suo totale controllo sulla Nine Dash Line.

Comunque, ancor più preoccupante è il test missilistico cinese avvenuto pochi giorni fa. La Cina ha annunciato di aver creato una nuova arma, veloce, capace di colpire con estrema rapidità, capace di aggirare i sistemi di difesa e di trasportare anche una testata nucleare. Non si conosce ancora il nome cinese di questa nuova e avveniristica arma, fonti del Pentragono, che non commentano il test, lo hanno chiamato Wu-14 e consiste in un missile ipersonico, un missile quindi capace di avvicinarsi e colpire il suo bersaglio viaggiando ad un velocità compresa tra mach 5 e mach 10, vale a dire, tra 6 mila e 12mila chilometri orari.
Quindi, questo ultimo test cinese, segna un importante passo in avanti della tecnologia missilistica e militare della Cina.

 Gian Giacomo William Faillace

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