di Martina Biassoni
Da domenica sui social non si parla d’altro, come è giusto che sia: il super bowl.
Non per la vittoia di Kansas City Chiefs dopo mezzo secolo, non per la bellezza, la commozione suscitata dagli spot pubblicitari (che di solito sono chiacchierati quanto i break up dei famosissimi), ma per la grandissima performance offerta da due delle Donne più importanti per la storia degli ultimi dieci anni. Almeno per quanto riguarda la storia delle donne latinoamericane, immigrate negli Stati Uniti per cercare una vita migliore e per donarne una migliore ai propri cari, figli e soprattutto figlie.
Questa la storia dietro Jennifer Lopez e Shakira, che domenica in pochi (15!!!) minuti di fuoco sono state in grado di dare vita ad una delle performance più d’impatto degli ultimi anni. Un misto fra balli ritmati in pieno stile caraibico, rimandi a quelle che sono le nazioni d’origine (Portorico e Colombia; anche se JLo è nata e cresciuta a New York) ed un medley delle canzoni più apprezzate, belle ed importanti per le carriere di entrambe, il tutto condito da repentini (ed in tempo zero) cambi d’abito: dalla pelle, alle paillettes, alle scarpe da ginnastica ed a gonne dal taglio più couturiale, le hanno passate tutte senza mai far perdere la bellezza e l’effetto finale della performance.
Insomma, un altro importante passo è stato compiuto da due magnifiche cantanti, ballerine, show-Women, ma soprattutto Donne con la maiuscola che, prima e dopo il grandioso successo ottenuto con l’Half Time Show (organizzato da JayZ, che con la moglie Beyoncé era ovviamente presente all’Hard Rock Stadium) , si sono prolungate in ringraziamenti e celebrazioni sui rispettivi profili social, ringraziando, come di consueto, i designer che hanno creduto in loro vestendole (un misto fra Peter Dundas e Versace), chi ha partecipato al concerto (dagli artisti JBalvin ed Emme Rodriguez -la figlia di Jennifer Lopez- ai corpi di ballo che hanno colllaborato grandiosamente a rendere lo spettacolo uno da ricordare) alla lega di football americana per avere permesso loro di esibirsi ma soprattutto i ringraziamenti sentiti e di cuore ai territori, parte importante del loro cuore ed che hanno dato loro i geni, e la caliente sangre latina.