di Veronica Graf
Il progetto triennale europeo SU-EATABLE LIFE vuole dimostrare il potenziale di riduzione delle emissioni di CO2 e del consumo idrico connesso se adottiamo diete sane e sostenibili. Una dieta sana è utile alla salute dell’uomo e a quella del pianeta. Se noi siamo ciò che mangiamo, anche la salute della Terra dipende da quello che mangiamo, e SU-EATABLE LIFE vuole dimostrare il potenziale di riduzione delle emissioni di CO2 e del consumo idrico connesso se adottiamo diete sane e sostenibili.
Solo in Europa il sistema agroalimentare è responsabile di circa il 30% delle emissioni di gas a effetto serra, e altrettanto alto è il consumo di acqua legato agli usi agricoli.
SU-EATABLE LIFE è un progetto coordinato dall’Università della Tuscia. Partner del progetto sono Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition, centro di ricerca multidisciplinare indipendente; la benefit corporation greenApes, che promuove stili di vita eco-sostenibili; l’olandese Wageningen University, leader europea nel campo delle scienze della vita; The Sustainable Restaurant Association, che fa valutazioni di sostenibilità e servizi di consulenza e formazione per 8mila ristoranti e player del settore agroalimentare.
Attraverso una piattaforma digitale dedicata, SU-EATABLE LIFE punta a coinvolgere i cittadini a migliorare la loro alimentazione affinché la salute dell’uomo coincida con quella del pianeta. Il cibo, che è al centro della salute umana e di quella ambientale, è una leva straordinaria per migliorare entrambe; i cittadini, finalmente, stanno diventando sempre più consapevoli dell’impatto ambientale delle loro scelte alimentari. Molti di loro, tuttavia, non sono correttamente informati sulle diete sostenibili.
Questa conoscenza dovrebbe essere il perno della strategia climatica per contenere il riscaldamento globale entro 1,5° nei prossimi 30 anni, come sostiene la strategia europea Farm to Fork. Non va trascurato il fatto che diete ricche di zuccheri, cereali raffinati, grassi e carne causano obesità diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari.
Il primo passo è stato quello di avviare alcune attività nelle mense universitarie in Italia e nel Regno Unito: offerta di cibo sano e sostenibile, formazione di chef e personale di cucina, comunicazione (per incrementare la consapevolezza degli utenti sull’alimentazione sostenibile), engagement attraverso l’app greenApes, calcolo degli impatti medi delle scelte alimentari per misurare la riduzione dell’impronta di carbonio e idrica. SU-EATABLE LIFE è articolato in 4 attività principali: analisi e ricerca, engagement e ricerca nelle mense universitarie e aziendali, comunicazione, replicazione (realizzazione di partnership strategiche volte a garantire la replicabilità e il trasferimento delle soluzioni
proposte ad altri contesti e attività).
My Plate 4 the Future (MP4F) è un simbolo che identifica i piatti del menù equilibrati e sostenibili dal punto di vista nutrizionale e ambientale (impronta di carbonio e impronta idrica). Un modo molto semplice per riconoscere a colpo d’occhio le scelte migliori. Nelle attività di comunicazione rientra anche il ricettario sostenibile.
È stato stimato che durante i tre anni del progetto, SU-EATABLE LIFE porterà un risparmio di circa 5.300 tonnellate di CO2 equivalenti e di circa 2 milioni di metri cubi d’acqua. L’obiettivo, superata la fase sperimentale, è quello coinvolgere tutta la popolazione europea per contribuire a raggiungere la riduzione del 40% le emissioni di CO2 entro il 2030. Per far questo saranno coinvolti non solo le università, ma i cittadini, le scuole, le aziende e le Ong.
Il progetto SU-EATABLE LIFE ha il sostegno del programma europeo LIFE, che finanzia i progetti che hanno come obiettivo proteggere l’ambiente e arrestare il cambiamento climatico.