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lunedì, 16 Settembre, 2024

STORIA DELLA MASSONERIA. Seconda parte

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Le origini mitiche e quelle veramente storiche della Massoneria sono molto difficili da districare, poiché le influenze corporative, mistiche e filosofiche che contribuirono alla sua formazione passano attraverso la storia dell’umanità e dell’Antichità fino all’inizio del XVIII secolo.
La storia propriamente detta della Massoneria così come oggi la conosciamo, inizia quindi all’epoca della fondazione della Gran Loggia di Londra nel 1717, pur rimanendo indissociabile dalle sue origini sia mistiche o leggendarie o storicamente verificabili.

Alcuni autori fanno risalire le origini dell’Arte Reale all’epoca delle costruzioni delle piramidi egiziane, altri alla costruzione del tempio di Salomone. E’ proprio intorno alla costruzione di quest’ultimo che nasce la figura di Hiram, architetto del Tempio di Salomone.

La Bibbia ci presenta Hiram Abiff come il massimo artista del suo tempo. Originario di Tiro era famoso per la magnificenza delle sue opere, onorato ed ammirato dal sovrano per le straordinarie capacità dimostrate nelle arti e fu da questi inviato al potente Re Salomone per la costruzione del grande Tempio, la Casa del Signore.

Nessuno meglio di Hiram sapeva lavorare i metalli, egli padroneggiava i segreti dell’Arte, fine intagliatore di pietre e legno aveva accumulato grande esperienza nel governare operai e maestranze. Per la costruzione del Tempio di Gerusalemme, Hiram arruolò numerosi operai, capomastri, geometri, trasformando il cantiere in un vero e proprio formicaio sotto il suo occhio vigile.

Guidato dalla sapienza, pensò di organizzare l’immenso cantiere dividendo gli operai in tre categorie in base alle proprie competenze e capacità. Fu così che, prima dell’inizio dei lavori, radunò tutti: pose gli Apprendisti a destra, dette loro la propria divisa, un grembiule bianco, il segno ed una parola per farsi riconoscere come tali; poi individuò i Compagni, dette anche a loro divisa, grembiule e parola, sistemandoli sulla destra.

Infine anche i Maestri ricevettero le proprie istruzioni. Avvertì tutti che nessuno avrebbe mai dovuto rivelare la parola d’ordine, pena l’immediato licenziamento. In tal modo i sorveglianti erano in grado di dare il giusto salario giornaliero a tutti gli operai secondo la propria competenza: era sufficiente che ciascuno comunicasse la parola ed il segno per ottenere il pattuito. Così i lavori avanzarono rapidamente ed il Grande Tempio prendeva forma, lasciando intravedere la maestosità che avrebbe assunto una volta compiuto. Salomone era entusiasta del cantiere governato da Hiram e non perdeva occasione per tesserne le lodi.

All’apparenza tutto correva nel migliore dei modi, soddisfazione ed entusiasmo erano respirabili in ogni angolo del cantiere: gli apprendisti sgrossavano le pietre che poi passavano sotto la cura dei compagni che, con pazienza e dovizia, le levigavano affinché combaciassero perfettamente l’una con l’altra.

Il successo di Hiram suscitò, in tre operai col grado di compagni, un senso d’invidia e aspirando al salario di Maestri, poiché erano più interessati al denaro che all’armonia che si viveva in un così grande cantiere, attesero Hiram nei pressi del Tempio in costruzione.

Hiram era solito, a mezzanotte, mentre tutte le maestranze dormivano, recarsi nello spazio sacro del Tempio per controllare lo stato di avanzamento dei lavori e meditare. Una sera i tre compagni misero in atto la loro congiura: ognuno si appostò, armato di un arnese da lavoro, ad una delle tre porte. Quando Hiram giunse presso la porta occidentale trovò ad aspettarlo il primo dei treche con fare minaccioso volle estorcere ad Hiram la “parola” per farsi riconoscere come maestro.

Al suo rifiuto, l’operaio vibrò col suo arnese da lavoro un colpo alla gola di Hiram che non fu mortale ed Hiram fuggì verso la porta rivolta a sud ma lì trovò ad attenderlo il secondo compagno che in modo arrogante cercò anch’egli di estrorcere al Maestro la parola segreta per divvenire maestro anch’egli. 

All’ennesimo rifiuto di Hiram il compagno appostato alla porta del sud, gli sferrò un colpo al cuore. Con le ultime energie vitali Hiram si trascinò alla porta che guardava ad Oriente e li trovò l’ultimo dei congiuranti che voleva che gli venisse rivelata al Parola. Hiram, seppur sapendo che un’altra ferita gli sarebbe stata vitale volle comunque da Maestro quale egli fosse, impartire un’ultima lezione e rispose:”Lavora, persevera, impara. Solo così sarai ritenuto degno ed avrai diritto alla ricompensa di maestro!” L’ultimo congiurante quindi, accecato dalla rabbia, vibrò l’ultimo colpo. Ferito alla testa Hiram spirò. Muore così il Maestro dei Maestri, uno dei simboli della Massoneria.

Ma non è finita. I tre assassini portarono il corpo in un luogo solitario del Libano e là seppellirono il corpo di Hiram, piantando sulla tomba un ramo d’acacia e poi tornarono al cantiere. Intanto a Gerusalemme, dalla preoccupazione iniziale per l’assenza del Maestro, si arrivò ben presto alla disperazione ed allo sgomento quando vennero notate alcune tracce di sangue all’interno del Tempio. Intervenne Re Salomone che convocò nove Maestri, li divise in gruppi di tre e li inviò a cercare Hiram.

Dopo un lungo vagare un maestro scorse in una piccola radura un ramo d’acacia, si avvicinò e notò che era stato piantato di recente e la terra intorno pareva mossa da poco, quindi sospettò che fosse la sepoltura del grande architetto del Tempio,  immediatamente fece avvertire Salomone. Alla notizia il Re ordinò che gli altri maestri andassero a verificare e, nel caso, recuperare le spoglie mortali del Maestro Hiram. Il corpo ormai esanime di Hiram venne riportato a Gerusalemme e qui ricevette solenni esequie.

La mistica storia della Massoneria non si esaurisce con la  morte di Hiram, essa continua con la costruzione del Tempio di Gerusalemme, ed oggi la costruzione continua in maniera simbolica. Noi, il nostro io, il nostro intimo spirituale governato da ragione e passioni è il tempio su cui ognuno di noi deve lavorare per innalzare il suo “io”  come il Tempio del Signore.

Da qui partono, comunque, le origini della Massoneria, attraversano i tempi per arrivare ad essere quei fini muratori e scalpellini che innalzarono le cattedrali del Medioevo, sia romaniche che gotiche. Il Duomo di Milano, il Duomo di Como, Notre Dame a Parigi piuttosto che la Cattedrale di Chartres sono edifici innalzati da quei Liberi Massoni che in quell’epoca si riunivano in corporazioni. In Italia tra i più “vivaci” e professionali vi erano i Maestri Comacini da cui nacquero i Maestri Campionesi.

Questa è, a grandi linee, la storia della Massoneria detta “operativa”, che vivrà fino al 1700, dopo nasce la Massoneria “speculativa” ma non fatevi trarre in inganno dalla  parola “speculativa”, non vuol dire speculazione economica: se ne parlerà nel prossimo articolo, settimana prossima.

Gian Giacomo William Faillace

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