Il Governo Renzi è tutto in divenire, i 100 giorni sono diventati 1.000 per sperare di avere delle riforme, sulla qualità delle quali torneremo un’altra volta, ma abbiamo una certezza: fedele alla tradizione del partito cui appartiene, nel frattempo ha aumentato tasse e balzelli e l’ultima, in ordine di tempo, sarà quella che scatta domani e riteniamo si possa definire come una moderna tassa sul macinato; ad essere colpiti, infatti, saranno:
* Computer € 5,20; precedentemente erano € 1,90 senza masterizzatore e € 2,40, se incluso. Facciamo presente che questa apparecchiatura per registrare su CD/DVD sta diventando obsoleta, sostituita da Internet, quindi non più compresa nei P.C. . Quindi, con una logica tutta da scoprire, anziché sparire, la tassa aumenta e non di poco, in termini percentuali: rispetto a prima, rispettivamente, poco più del 273% e 216%
* Hard-Disk: qui è una tassa progressiva pari a €/Gb 0,01 con un tetto massimo a TB 2,0. Siccome ormai questa capacità è standard o quasi, in pratica significherà che un HD da TB 2,0, che ha prezzi a partire da ca. € 50,00 in su, da domani ne costerà € 70,00 con un aumento di ben il 40%!
* Analogamente, per le schede di memoria si segue il medesimo criterio di progressività: €/Gb 0,09 sino ad un massimo di € 5,00.
* Stesso discorso per le chiavette U.S.B., con una tassa di €/Gb 0,10, sino ad un massimo di € 9,00. Ci sfugge la differenza, minima, 1 centesimo di Euro, di tassazione tra schede di memoria e chiavette U.S.B. . Qual è la logica per complicare le cose, tale da aumentare i costi di gestione per chi le vende e per lo Stato stesso fra due supporti tecnologicamente molto simili per un solo Euro cent di differenza? Il rischio per lo Stato è di spendere più di quanto incassa per la differenza di tassa.
* Telefoni cellulari classici. Qui siamo ai saldi, visto che la tassa è addirittura, miracolosamente, diminuita da € 0,90 a 0,50, ma ormai sono quasi pezzi da museo e poco diffusi tra le nuove vendite sul mercato.
* Se invece passiamo agli Smartphone e Tablet, si va da una tassa minima di € 3,00 per quelli dotati di R.A.M. sino a Gb 8,00, € 4,00 sino a Gb 16,00, € 4,80 fino a Gb 32,00 e € 5,20 per quelli con capacità superiore a Gb 32,00. Facciamo presente che prima la tassa ammontava a € 0,90 per tutti! Quindi un aumento incredibile che va da un + 333,33% a + 577,77 % !
* Abbiamo poi un nuovo entrato nella lista, visto che, con la convergenza, i televisori con funzione P.V.R., a quanto ci risulta, pagheranno € 4,00.
Il bello è che nei mesi passati era stata ventilata l’ipotesi di aumentare la tassazione su questi prodotti ed era stata categoricamente smentita. Quando si tratta di tasse….come volevasi dimostrare… . Se vogliamo, potremmo affermare che al Ministero della Cultura hanno deciso una tassa sulla cultura medesima, in quanto sono tutti strumenti utili a diffondere e condividere la conoscenza. Altra considerazione che facciamo, è che se uno ha un file, per esempio, di un film, ammettiamo pure copiato, se vuole vederlo su Tv, computer, Smartphone, finisce per pagare tre volte per il medesimo elemento.
D’altronde, che cosa potevamo aspettarci da un funzionario di partito, che non ha mai lavorato come i comuni mortali, che non capisce quindi le logiche che guidano chi è immerso nell’economia quotidianamente? Praticamente il Ministro e chi scrive appartengono più o meno alla medesima generazione, ma un abisso li divide. Franceschini, infatti dimostra tutta la sua ignoranza in materia di tecnologia. Apparteniamo, invero, a quella fascia di età che si è trovata a suo tempo al confine di un’era per cui ci sono molti che addirittura si vantano di non comprendere nulla di informatica ed affini e qualcuno che invece è riuscito ad accettare e si è sforzato di capire il nuovo quando gli si presentò anni fa.
Tra l’altro, da poco si sono spenti gli echi della polemica tra lui e Eric Schmidt, amministratore delegato di Google ed ex membro di amministrazione di Apple. Questi infatti, aveva evidenziato come la scuola Italiana non preparasse i giovani al futuro, dal momento che l’informatica è praticamente assente dai programmi scolastici del Bel Paese.
Piccato, il nostro “eroe” rispose orgogliosamente (sigh!) che: “In ogni Paese ci sono vocazioni, magari un ragazzo italiano sa meno di informatica, ma più di storia medievale e nel mondo questo può essere apprezzato. Un ragazzo italiano, ad esempio, potrà andare negli U.S.A. ad insegnare storia medievale e uno americano potrà venire qui a insegnare informatica”. Noi osserviamo che ormai la disoccupazione giovanile è al 50% e ci domandiamo come mai il “nostro” non si interroghi e non abbia dubbi sulla ragione per la quale la percentuale sia così elevata, come pure quanti nostri ragazzi potranno trovare lavoro negli Stati Uniti per insegnare la Storia Medioevale Italiana?
Davvero il Ministro Franceschini pensa che con simili competenze si possa risolvere il problema della disoccupazione giovanile? Sia chiaro, amiamo la Storia e riteniamo sia molto importante conoscerla, ma pensiamo anche che non dia da mangiare e che altri siano gli strumenti di cui un giovane deve esser dotato per sopravvivere agli inizi del terzo millennio.
Secondo Repubblica che riporta dati di Confindustria, questo scherzetto frutterà alla Siae (Società Italiana Autori ed Editori), diretta dal Maestro Gino Paoli, un aumento di entrate da 63 a 157 milioni di Euro. Se consideriamo le farraginose e fumose norme che regolano la suddivisione sospettiamo che alla fine si creino elementi tali di discrezionalità da favorire i soliti noti, lasciando a bocca asciutta o quasi i pesci piccoli.
Questa tassa sulla tecnologia rientra nell’ordinamento legislativo denominato “equo compenso”, ma riteniamo che di equo non vi sia nulla. Infatti, si tratta di una tassa che solo un Paese arretrato poteva inventarsi; come noto, una tecnologia è neutra, dipende dall’uomo come usarla. Di per sé, non è né buona, né cattiva, dunque. Qui, invece, tassando tablet, smartphone, ecc…, si da per scontato che verrà usata male. Si passa, dunque, dal processo alle intenzioni, alla tassa sulle intenzioni. non esattamente, ci pare, una cosa corretta!
Ancora una volta, dunque, gli avidi “punteruoli rossi” hanno colpito e tolto risorse al Paese per favorire pochi, ma privilegiati.
*Ricordiamo che i punteruoli rossi sono dei parassiti che hanno attaccato gli alberi di palma e che in Sicilia, avendone praticamente decretato l’estinzione, non avendo più nulla di cui nutrirsi, hanno finito per scomparire pure loro dall’isola.
Fabio Ronchi