Sul decreto lavoro “il governo e il ministro Giuliano Poletti hanno dato prova di rapidità e coraggio, segni chiari di volontà di cambiare. Ora occorre che il Parlamento confermi questa scelta in fase di conversione”. Il presidente di Confindustria lo ha detto al convegno di Viale dell’Astronomia, confermando il suo giudizio positivo sul testo.
Il numero uno di Confindustria rivendica poi il buon lavoro delle imprese, che hanno “tenuto insieme il Paese in questi otto lunghissimi anni” di crisi. Sono “le imprese innovatrici che hanno investito sul capitale umano”, ha detto al convegno, dedicato al tema “Capitale sociale: la forza del Paese”.
E poi, rivolto al governatore di Bankitalia Ignazio Visco, ha dichiarato: “C’è tra noi imprenditori la percezione netta e diffusa della necessità di avviare un cambiamento profondo nella società. Ogni giorno misuriamo i costi altissimi di un immobilismo di maniera, durato troppo a lungo”.
Del nuovo governo Renzi, ha aggiunto, “apprezziamo lo spirito europeista, la voglia di riforme importanti per la vita del Paese, una determinazione a fare e a fare rapidamente. Ora attendiamo di conoscere i provvedimenti che dovrebbero imprimere una spinta forte alla competitività del sistema produttivo”, ed evidenzia che non ci sono “pregiudizi, né mai abbiamo espresso valutazioni di carattere personale. Il fatto è che purtroppo l’Italia è la patria delle riforme inattuate, delle leggi inapplicate”. Per le imprese, dice, “contano i fatti”, rivendicando che “siamo i primi a voler spingere al cambiamento e all’innovazione: è la nostra prassi quotidiana. Senza preconcetti o rigidità”.
“Il problema del credito richiederebbe il pagamento immediato dei debiti della P.a., su cui si è messa mano in maniera solo modesta: parliamo di poco più di 20 miliardi quando l’ammontare complessivo, che non si conosce esattamente, si aggira intorno ai 100 miliardi”.
A margine del convegno, riferendosi alle critiche arrivate proprio da Visco a imprese e sindacati: “Io non le leggo in questo modo. Si è riferito a considerazioni che risalgono a Guido Carli. E’ anche vero che i tempi sono cambiati. Confindustria, la mia Confindustria” ha puntato su innovazione e competitività .
“Conosco molto bene il governatore – ha ripreso Squinzi -, anche per essere stato nel Consiglio superiore di Bankitalia. E’ una persona che stimo e apprezzo. Confindustria sta puntando a mettere come esempio di tutto il sistema industriale italiano aziende innovative e competitive nel mercato globale, aziende che hanno fatto dell’innovazione, anche attraverso la formazione del proprio capitale umano, la chiave di competitività del mondo. Altrimenti non si spiega come potremmo avere tante imprese, tanti settori in cui la manifattura italiana è leader mondiale”.
La Critica