Classica e intramontabile, la pastasciutta si affaccia vincente al terzo millennio, nonostante il dilagare dei fast food. La pastasciutta ha conosciuto nel passato momenti di gloria, alternati a periodi di disgrazia. A consacrarla definitivamente hanno concorso due parole: Dieta mediterranea. Bastò il fascino di questa definizione per rilanciare spaghetti e maccheroni, riproponendo i pregi di certe ricette regionali troppo frettolosamente poste nel dimenticatoio.
La ricetta che trascrivo ha un nome di fantasia: è amatriciana e carbonara insieme. Io la chiamo “alla buttera”. È una vecchia ricetta inventata da mio suocero Beppe Bini che, in gioventù, pastasciuttaio accanito, era stato mandato da suo padre a crescere professionalmente e a farsi le ossa a Roma.
Ingredienti per 4 persone e preparazione:
400 g di spaghetti, 200 g di pancetta meglio se guanciale, 200 g di passata di pomodoro, 2 spicchi d’aglio, mezzo peperoncino, 1 cucchiaio di olio extra vergine d’oliva, 1 uovo intero e 3 tuorli, acqua e sale, 3 cucchiai di pecorino grattugiato o parmigiano – a seconda del gusto -.
Tagliare la pancetta a quadretti e metterla a rosolare insieme all’aglio e al peperoncino in una padella di ferro. Quando sarà ben rosolata, unire il passato di pomodoro e far cuocere la salsa per circa 5 minuti. Nel frattempo, mettere a bollire l’acqua con il sale e cuocere gli spaghetti, preferibilmente ben grossi e al dente. Intanto sbattere le uova. Appena gli spaghetti saranno pronti, scolateli, gettateli nelle uova e girate velocemente legando bene il tutto. Unite quindi velocemente la salsa ed il formaggio. Amalgamate bene gli spaghetti e serviteli ancora fumanti.
Il grasso della pancetta, i sapori intensi di aglio, peperoncino e formaggio rendono il piatto ghiotto, alquanto sostanzioso e invitante al bere. Occorrerà pertanto un vino di media struttura, ricco di potere sgrassante, identificabile in tannino o anidride carbonica caratteristiche tipiche dei vini giovani quali Barbera, Gotturnio dei Colli Piacentini, Bonarda, Dolcetto d’Ovada, Chianti.
Sempre con amore,
Graziella Duranti Bini
Forse per una pasta alla buttera occorreva un vino di Maremma.
Forse per una pasta alla buttera occorreva un vino di Maremma.
Forse per una pasta alla buttera occorreva un vino di Maremma.
Boooooniiiiiii
Boooooniiiiiii
Boooooniiiiiii