di Martina Biassoni
Sui social sono già innumerevoli gli stream dei brani che hanno gareggiato, in un attimo hanno monopolizzato le classifiche Spotify, Apple Music e dei download, sono il sottofondo musicale alle stories di Instagram, a conferma che questo è il “Festival più social di sempre”. Il supporto agli artisti arriva tramite tag, hashtag e condivisioni come ormai siamo soliti vedere per tutti i programmi televisivi di successo.
I social e le Instagram stories diventano una sorta di pagella in cui gli artisti in gara, gli ospiti e la conduzione vengono giudicati non solo la loro professionalità o per gli outfit sfoggiati, ma anche per discorsi, idee e commenti. Pensiamo al discorso di Elodie che il pubblico ha amato, oppure ai discorsi e alle scene di Donato Grande e Antonella Ferrari anch’essi molto apprezzati e d’impatto sul pubblico, mentre è stato al discorso di Barbara Palombelli che il pubblico ha storto il naso ed ha criticato come il messaggio fosse in completo contrasto con quello lanciato da Elodie solo due sere prima.
Pagelle spietate sotto certi versi, che forti di quell’anonimato che i social a volte garantiscono, non risparmiano commenti negativi, battutine e sarcasmo (solo i meme creati durante le prime due serate sono centinaia, da “Aiello che urla” a “Gio Evan che pensava di essere in smart-working in giacca e bermuda”), ma non sono mancati nemmeno i commenti positivissimi per Laura Pausini, Elodie o i Maneskin, per citarne alcuni.
Sanremoda
Diversamente da come siamo stati abituati negli anni passati, è inevitabile pensare che gli outfit, quest’anno, siano stati un po’ sotto tono. Molte, troppe, le paillettes e i completi trasandati in stile indie, ma non sono mancati anche coup de théâtre stilistici, a partire da quelli di Fiorello – un mantello di fiori rosa da 21kg ed uno “zainetto” di piume che lo trasformava in corvo – , a quelli di Elodie e Vittoria Ceretti o ancora le mise di Achille Lauro, il quale nei suoi omaggi a diversi artisti ed opere d’arte del passato, ha decisamente brillato e contribuito ad aumentare sia l’aspettativa pre-Festival, sia i l durante, senza mai cadere nel banale. Le sue sono state esibizioni sempre spettacolari, portate in scena con provocazione e denuncia, voglia di ispirare libertà e di abbattere i pregiudizi, le critiche e le malelingue su chi è diverso.
Il pubblico da casa è attivissimo sui social da mesi, sia perché l’hashtag #Sanremo2020 continuava ad essere pubblicizzato anche durante l’estate 2020 per merito del “teatrino geniale” di Morgan a danno di Bugo, sia perché il Festival unisce grandi e piccini in termini di aspettativa. Un evento che ci si porta nel cuore.
Compito dei media infatti tenere viva e alta l’aspettativa durante tutto l’anno, con rumors e notizie inedite, a conferma di come a volte i dati Auditel non rispecchino veramente il potere mediatico di questa trasmissione. E poi c’è il Fantasanremo – la possibilità di creare una propria squadra pagata con i Baudi (le monete create ad hoc), e durante le diverse serate ciascuna fantasquadra concorreva, andando così a stilare una vera e propria classifica connessa agli eventi successi durante la diretta. #GiralaSanremoda è un altro esempio. È l’hashtag con cui gli utenti di twitter si sono divertiti a condividere come si sarebbero vestiti se avessero fatto parte della serata.
La kermesse si è conclusa ieri, ma sicuramente la moda a Sanremo e la creatività che si cela dietro farà parlare di sé a lungo.