Lupi può essere accusato di molte cose. Ma non di liberismo. Lupi sta al liberismo come Ferrara alla forma fisica: gli è fisiologicamente impossibile. Eppure, nonostante il consociativismo ciellino di cui è imbevuto, per una volta, ha detto una cosa liberista. Così liberista da essere intelligente. I sindacati sono incomprensibili. Sì, beh, intendiamoci, io e voi li capiamo perfettamente: lui no. Questo perchè noi non abbiamo creduto che delle associazioni che campano di lavoro pubblico volessero davvero un padrone straniero irricattabile. Lui probabilmente sì, d’altronde denunciava a gran voce come “liberisti” quelli che volevano far fallire tutto il baraccone. Uno così può essere in buona fede, ma se non ci arriva non ci arriva.
Allora al perplesso Lupi spiegheremo noi cosa sta succedendo. Anche perchè con la faccia perplessa è inguardabile, quasi quanto Brunetta quando ride. Ricapitoliamo, Alitalia deve essere venduta perché il nostro governo, di qualsiasi colore o tendenza, è troppo incapace per ristrutturarla. Ovvero licenziare il licenziabile. Il che è proprio l’essenza del servizio pubblico: esso esiste per sprecare ed essere inefficiente. Ovviamente i benepubblicisti non concordano. Però la realtà è caparbia ed il bene pubblico Alitalia rischia il fallimento da dieci anni. Nel 2008 si poteva vendere ad Air France. Non se ne fece nulla e qui bisogna essere chiari: o si crede che il turismo sia la salvezza del Paese o non ci si crede. Se ci si crede vendere ai nostri principali concorrenti era stupido. Se non ci si crede era stupido l’inverso. Credere nel turismo e nella vendita ad Air France, invece, è stupido in sé. Ma chiudiamo le parentesi, perchè quelle hanno un pessimo sindacato e possiamo farlo senza grossi rischi.
Alitalia invece ha dei sindacati fortissimi ai quali dell’azienda non importa assolutamente nulla. Infatti loro i soldi li prendono se gli iscritti sono stipendiati, non se volano. Inoltre non serve che siano pagati moltissimo, basta che lo siano abbastanza da avere qualcosa da perdere. La situazione ideale si completa con una meritocrazia inesistente, in maniera che la carriera dipenda sostanzialmente dai loro buoni uffici. Ed Alitalia era un’isola felice. Un giorno, però, la disgrazia. Finiscono, per davvero, i soldi degli altri. E si entra in un vortice che porterà alla vendita agli arabi. I quali, però, non sono scemi. Non pagano un centesimo se i sindacati, TUTTI, non si impegnano alla serietà. Loro di quella società non hanno bisogno, è un buon investimento, ma non ne va della loro sopravvivenza. Per i sindacati idem. Nel senso che tanto a casa non rimane nessuno, alla peggio li ricollocano o ancora meglio li pensionano. Quindi il loro giochino è salvo.
Ecco quindi spiegato cosa sta succedendo. I sindacati, a turno, stanno facendo saltare il tavolo della trattativa. Il Governo verrà ricattato finchè tutti i precedenti assistiti, sì mi rifiuto di chiamarli lavoratori, scusate ma non ce la faccio, non verranno garantiti con i nostri soldi. Trasferiti, reimpiegati, pensionati. Chissene, purchè la loro situazione dipenda dal sindacato e purchè i soldi siano pubblici, quindi manipolabili con il voto. Ecco, caro Lupi, vedi cosa succede a non essere liberista? Fai la figura del fesso e non puoi farci nulla. Io, comunque, non sono preoccupato, questi problemi si risolveranno col tempo. Segnatamente cinque minuti dopo il default dello stato. Ci si vede alla fine dell’arcobaleno, Ministro, dove non ci sarà, per voi la pentola dell’oro. Ve l’avremo fregata noi cattivi liberisti che vi aspettiamo là già da un po’.
Luca Rampazzo