Due giornate di mobilitazione “anti Expo”, con un corteo cittadino, sabato 11 ottobre, e due iniziative in programma domenica 12, una assemblea di incontro, discussione e dibattito “per decidere e avviare insieme le fasi della mobilitazione verso il primo maggio 2015 e nei sei mesi del mega-evento” e un incontro su “sovranità alimentare e sovranità sociale dei territori” presso la RiMaflow di Trezzano sul Naviglio.
Sono le iniziative in preparazione da parte delle realtà della Rete Attitudine NoExpo in vista dell’Esposizione 2015. “Le cronache e le inchieste delle ultime settimane hanno rivelato un quadro di corruzione e malaffare che lega tra loro mega-eventi e grandi opere, da Expo al TAV, passando per Mose e la ricostruzione post sisma de L’Aquila”, scrivono i promotori delle manifestazioni
“Nonostante le evidenze, l- aggiungono – a macchina va avanti, ineluttabile destino che prescinde dalla volontà politica. Ed ecco come per magia che spuntano commissari speciali e leggi ad hoc, mentre qualche testa salta. Ma come sempre l’incantesimo svanisce e tutto torna come prima, criminalizzazione e repressione delle lotte comprese. Milano, proiettata verso Expo2015, è l’esempio di questo”.
“Ci rivolgiamo a tutti i movimenti, i comitati e i singoli, a chi resiste e a quelli che vogliono costruire una nuova equonomia capace di riportare al centro i bisogni delle persone e di fermare la crescente disuguaglianza sociale, per ricomporre le molteplici lotte e costruire insieme un’azione ancora più efficace – quindi concludono -.Vogliamo avviare un percorso che porti al primo maggio 2015 e che vada oltre, lasciando il segno, perchè Expo arriva, devasta e passa, mentre noi viviamo e presidiamo in modo permanente il territorio valorizzandolo con pratiche, partecipazione e alternative concrete”.
Propositi in parte condivisibili se intesi come paralleli e non in conflitto con Expo, soprattutto se si svilupperanno senza passare attraverso ad occupazioni e manifestazioni che devastino la città. A Milano c’è spazio per tutti, salvo per i “notutto” di cui non si sente veramente bisogno.
La Critica