A cura di Giuseppe Morra e Giuseppe Simone Modeo
13 novembre – 30 novembre 2024
Palazzo Bastogi
Via Camillo Cavour, 18 Firenze (FI)
Dal 13 novembre la splendida cornice di Palazzo Bastogi, oggi sede del Consiglio regionale della Toscana, in dialogo con gli arredi e i dipinti, apre le porte alla mostra “SHOZO SHIMAMOTO. GUTAI – PRIMO ASSALTO” a cura di Giuseppe Morra e Giuseppe Simone Modeo, con testo critico di Italo Tomassoni. Saranno presenti in mostra lavori di grande rilevanza storica, dalle prime opere con il gruppo Gutai alle esplosioni di colore dei lavori realizzati in Italia, una lettura del collettivo artistico con una visione più allargata all’Occidente. Concepito da Peppe Morra, che ha vissuto e promosso in prima persona il lavoro dell’artista, e dalla sua Fondazione che, anche in questa occasione, si conferma un polo avanguardistico, il progetto espositivo ha un riferimento al Rinascimento piuttosto che all’arte astratta concreta, attraverso la selezione di opere che mediante la forza esplosiva della pittura diventano “un’arma per la pace” tra Oriente e Occidente. Un dialogo tra l’Umanesimo, la nuova concretezza tutta toscana, e l’abbandono del rigore delle forme orientali in funzione dell’esplosione dello spirito attraverso la materia, che non si subordinano ma si confrontano. La retrospettiva dedicata a Shozo Shimamoto intende evidenziare la potenza e la grandezza della superficie pittorica su cui l’artista ha sempre agito, rendendo la dimensione dell’opera un confine da superare, un palcoscenico su cui l’artista danza, dove il suo corpo lascia tracce di colore. La cornice non esiste, c’è gioco, teatro, movimento, forza vitale e, allo stesso tempo, un’armonia che ritroviamo nella scelta di icone come il Buddha, una fusione spirituale tra corpo e pittura. Il “nomade samurai dell’arte” Shozo Shimamoto si fa regista di se stesso, trasforma lo spazio del qui in un altrove e il tempo di fronte alle sue opere diventa per lo spettatore esperienza e non misurazione. “Tra cielo e terra” il gesto artistico di Shimamoto genera empatia con gli altri artisti presenti in mostra come Jiro Yoshihara, leader del Gutai, Georges Mathieu, o Yasuo Sumi, tutti artisti che meritano il plauso per aver scardinato il concetto di arte, presentandola con sorprendente schiettezza nel suo stato più primitivo. L’azione scompare ma il loro spirito vive attraverso l’assalto, la potenza, delle loro opere.
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Prof. Pasquale Lettieri
Critico d’arte