di Martina Grandori
Scuole nuove, scuole sostenibili ed innovative: è la sfida dell’edilizia scolastica a passo con i tempi green che punta ad edifici ad impatto zero, o quasi, con un’efficienza energetica a favore della sostenibilità ambientale e del miglioramento della qualità della vita all’interno delle aule. Un progetto messo in piedi dal governo Renzi chiamata Struttura di missione per la riqualificazione dell’edilizia scolastica, poco supportata purtroppo dal governo Conte, ma di base mai cancellata dalla pubblica amministrazione locale dei comuni italiani. Ai tempi il governo Renzi aveva messo a disposizione task force regionali che hanno accompagnato, anche da un punto di vista tecnico, le amministrazioni comunali che, o per carenze di personale o per mancanza di competenze, non erano in grado di accedere ai fondi previsti per la riqualificazione delle strutture scolastiche.Purtroppo si parla ancora di eccezioni, perché la maggior parte delle strutture scolastiche in Italia è ancora rimasta indietro. Ma le buone azioni, le buone intenzioni per migliorare lo scenario iniziano a farsi notare. L’ultima inaugurata in ordine cronologico è la Silvio Pellico a Varese, un anno di lavori, 2 milioni e 300 mila euro di investimento e una cooperazione che ha visto coinvolti non solo le autorità locali, ma anche studenti con le famiglie e il corpo docenti. Si tratta della prima scuola ad impatto zero in Lombardia, un esempio di scuola smart come la definisce il sindaco di Varese Davide Galimberti, testimonianza virtuosa di come con un impegno economico unito alla partecipazione di tutta la comunità, non è un’utopia tagliare il traguardo dell’impatto zero. Ma non è nemmeno scontato, bisogna che ci sia una volontà comune per arrivare alla svolta, investire sull’educazione è il primo gesto per avvicinarsi alla consapevolezza del rispetto per l’ambiente. All’inizio una grande sfida, oggi dopo un anno di lavori un grande risultato. Ed è così che i 270 studenti dell’istituto Comprensivo Varese2 Silvio Pellico al primo suono della campanella sono entrati in una struttura molto migliorata dal punto di vista statico e sismico, energetico ed acustico.L’edilizia eco-sostenibile ed eco-compatibile scelta, ha puntato tutto sul contenimento dei consumi di energia con 210 i pannelli fotovoltaici installati per la produzione di energia elettrica che coprono quasi al 100% il fabbisogno energetico dell’istituto, compreso il riscaldamento. Un sistema di monitoraggio per regolare la temperatura (grazie all’isolamento innovativo del nuovo involucro della struttura le dispersioni di calore non ci sono più) e l’illuminazione (che sfrutta preponderantemente la luce naturale che filtra dalle grandi vetrate) in base alle effettive esigenze del momento, evitando ogni forma di spreco.
Ma in Italia di esempi virtuosi ce ne sono altri, La Critica vi propone quelli più all’avanguardia ed ecofriendly.È la prima scuola ipogea (ovvero scavata sotto terra) d’Italia, siamo in centro storico a Bolzano, ex convento dei frati Cappuccini, è la scuola per le professioni sociali Hannah Arendt che per far fronte alla necessità di creare nuove aule, ha pensato, invece di crescere in alto, di scavare. Sono stati creati così quattro piani sotterranei per un totale di 2.030 metriquadri, l’ultimo a 17 metri di profondità. Quattro problemi importanti riscontrati: la carenza di luce, il senso di claustrofobia, la giusta ventilazione e l’umidità. La risposta a tutti e quattro i quesiti è stato un ampio lucernario con le pareti vetrate così da permettere alla luce naturale di filtrare. Le pareti schiumate combattono bene l’umidità, mentre un programma di ricambio di aria garantisce la corretta ventilazione. Costo 6,5 milioni di euro. A Folignano (Ascoli Piceno) la nuova, e bellissima, scuola primaria è autosufficiente dal punto di vista energetico, merito degli impianti di ultima generazione, basati su energie rinnovabili e sul fotovoltaico garantendo un risparmio all’incirca del 70% su bollette e manutenzione.
La scuola per l’infanzia di Valeggio sul Mincio (Verona) è una struttura progettata dallo studio Pedron come “una metafora della piazza e del vivere comunitario”, con lo scopo di ottimizzare il risparmio energetico, eliminare i rischi di infiltrazione del gas radon e quelli legati all’elettromagnetismo.
La scuola primaria Margherita Hack a Montelupo Fiorentino è un esempio di edilizia sostenibile. Immersa nella natura, con vista sull’Arno, l’architettura della struttura rispetta l’ambiente e il paesaggio: le aule sono tutte in rapporto con l’esterno, con aperture sul verde e un’esposizione solare differenziata in base al tipo di attività che vi si svolge all’interno. La struttura è in legno ed ha accessi pedonali e ciclabili separati da quelli per bus e auto. Con riscaldamento a pannelli radianti a bassa temperatura, sistemi di ventilazione meccanica controllata e un impianto geotermico a bassa entalpia che produce acqua calda ed energia termica, la scuola ha ottimizzato sia lo sfruttamento dell’illuminazione solare che quello energetico.
Grandi risultati anche per l’Istituto Plauto di Cesena con l’azzeramento della bolletta della luce e l’abbattimento dell’80% dei consumi termici dopo i lavori di ristrutturazione. Fondamentali gli interventi di efficientamento energetico fatti nell’ambito del progetto europeo School of the Future che, coordinato per l’Italia dall’Enea (Italian National Agency for New Technologies, Energy and Sustainable Economic Development), che ha visto interessate altre tre scuole in Germania, Danimarca e Norvegia. Con l’installazione di un impianto fotovoltaico l’Istituto Plauto ha raggiunto l’autosufficienza elettrica, mentre con interventi di isolamento dell’involucro esterno e l’installazione di una caldaia altamente efficiente, e di valvole termostatiche ai termosifoni sono stati ridotti al minimo i consumi del riscaldamento. Non solo, le schermature solari evitano il surriscaldamento dell’edificio nei mesi caldi e l’impianto di ventilazione meccanica a recupero di calore migliora la qualità dell’aria e l’efficienza energetica. Ora bisogna solo andare avanti verso questa strada. Difficile. Chissà…