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martedì, 19 Novembre, 2024

SCONTRO FRA TRUPPE RUSSE E UCRAINE. ONU: no al referendum in Crimea, gli USA minacciano ritorsioni, Putin invia truppe

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 Non passa per il veto della Russia al Consiglio di sicurezza dell’Onu la risoluzione presentata contro il referendum in Crimea. La Cina si è astenuta e gli altri 13 Paesi hanno votato a favore. La risoluzione era stata presentata dagli Usa e co-sponsorizzata da altri 41 Stati, tra cui l’Italia. Il documento “dichiara l’invalidità del referendum” sullo status della Crimea, perché la consultazione, dice il documento, non è stata autorizzata dall’Ucraina.

Il testo riafferma inoltre “l’impegno dell’organo Onu per il mantenimento dell’unità e dell’integrità territoriale” dell’ex repubblica sovietica ed esorta tutte le parti “a trovare immediatamente una soluzione pacifica”.

Dopo il voto, arrivano le parole pesantissime dell’ambasciatrice americana all’Onu, Samantha Power: “La Russia dovrà rispondere delle sue azioni e potrebbe essere soggetta a un isolamento diplomatico ed economico”. La diplomatica precisa che, se verranno confermate le accuse di Kiev sulla presenza di truppe russe sul territorio nazionale, si tratterebbe di “una escalation scandalosa”.

Una colonna di decine di camion carichi di gruppi elettrogeni si sta muovendo lungo la strada tra Simferopoli e Sebastopoli. La colonna è probabilmente diretta verso la città dove ha sede la flotta del Mar Nero.

E l’ambasciatore ucraino alle Nazioni Unite, Yuriy Sergeyev, ha denunciato dopo il voto che “le truppe russe sono entrate nella parte sud del territorio nazionale dalla Crimea”, di fatto un’invasione da parte di Mosca, lanciando l’appello perché venga posta fine “all’aggressione militare russa”.

Da parte sua, l’ambasciatore cinese all’Onu, Liu Jievy, ha lanciato un appello alle parti affinché “si astengano da azioni che potrebbero far degenerare la situazione”. Il diplomatico di Pechino ha quindi sottolineato la necessità di “agire nel rispetto della legge”, esprimendo però preoccupazione per “una situazione molto complessa”. 

“Siamo interessati allo sviluppo della cooperazione, e non vorremmo che quanto avviene in Ucraina provocasse l’effetto opposto”, ha detto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, in una intervista a Ren-Tv. E ha detto che il Cremlino dissente dalle allusioni degli economisti sul rischio di un auto-isolamento della Russia. “Sarebbe illogico, irrealistico e assurdo, oggi nell’epoca della globalizzazione, della assoluta interdipendenza economica”, ha commentato. A suo avviso la Russia dipende dall’Occidente nella stessa misura in cui l’Occidente dipende dalla Russia.

E’ stato liberato il sacerdote cattolico ucraino, fr. Mykola Kvych, cappellano della Marina, di rito greco-cattolico, rapito a Sebastopoli dalle forze filorusse. Lo ha annunciato la polizia. Sembra che il prete sia stato sequestrato mentre era in chiesa.

“La Russia ha appena posto il veto alla Carta delle Nazioni Unite”: così l’ambasciatore francese al Palazzo di Vetro, Gerard Araud, ha commentato il voto del Consiglio di Sicurezza sulla risoluzione sull’Ucraina. Araud ha definito il referendum sullo status della Crimea, in programma per domani, “vergognoso ed illegale”.

“La comunità internazionale deve impegnarsi e lavorare insieme per una soluzione politica alla crisi”: lo ha detto l’ambasciatore cinese all’Onu, Liu Jievy, dopo il voto del Consiglio di Sicurezza, dove Pechino si è astenuta. “La situazione in Ucraina è profondamente complessa e delicata”, ha aggiunto, sottolineando l’importanza di agire nel rispetto della legge, e mantenere la pace e la stabilità nell’ex repubblica sovietica.

Il ministro della Difesa dell’Ucraina ha detto che i militari ucraini hanno respinto un tentativo russo di infiltrarsi nel territorio nazionale oltre la Crimea. Lo ha riferito il sito del quotidiano britannico The Guardian. 

Per l’ambasciatrice americana all’Onu, Samantha Power, il voto di oggi dimostra “l’isolamento di Mosca” di fronte alla comunità internazionale. “La Russia non può cambiare le aspirazioni del popolo ucraino – ha detto – e fin dall’inizio di questa crisi la posizione russa è stata in contrasto non solo con la legge, ma anche con i fatti”.

Mosca ha fatto sapere che riceve “numerosi appelli con la richiesta di difendere i cittadini pacifici” e “li esaminerà”. Lo ha reso noto il ministero degli Esteri russo in relazione alle voci che da Kharkiv sarebbe in arrivo a Donetsk e a Lugansk una colonna di militanti armati ucraini del “Settore di destra” e dopo l’annuncio dell’apertura di un “Fronte dell’est”. 

Nel frattempo, alcune decine di migliaia di persone sono scese in piazza nel centro di Mosca per una manifestazione pacifista. La manifestazione nella capitale russa, regolarmente autorizzata, è stata promossa dall’opposizione extraparlamentare per protestare contro la politica di Putin in Ucraina e in Crimea. I dimostranti pacifisti sfilano con bandiere, nastri e fiocchi gialloblu, gridando slogan contro il Cremlino, contro la guerra e per l’integrità territoriale dell’Ucraina. 

Sono però scesi in piazza anche molti sostenitori di Putin per sostenere la linea del presidente nella politica in Crimea.

La Critica

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