di Roberto Donghi
Prima Troyes e Rouen (dove dei nordafricani sono stati picchiati per aver aggredito un giovane caucasico) poi a Marsiglia ed ora Digione: non sembra voler finire il clima di violenza e paura che si è sviluppato da giorni nel quartiere di Grésilles, zona periferica a nord ovest del capoluogo Borgognone.
L’inizio delle violenze, secondo un articolo de “Le Figaro” è avvenuto nella giornata di Venerdì 12 Giugno, quando decine e decine di ceceni sono giunti in città provenienti da ogni parte della Francia per vendicare il pestaggio di un loro giovane connazionale di 16 anni avvenuto, pare, per mano magrebina.
Il giovane avrebbe infatti voluto aiutare alcuni amici di provenienza balcanica (forse serbi od albanesi) a difendersi contro degli spacciatori, presunti membri della comunità nordafricana locale.
La spedizione punitiva ha visto, nella giornata di lunedì, una Digione invasa da un centinaio di ceceni armati di spranghe di ferro intenti a distruggere telecamere di sicurezza e ad incendiare le auto parcheggiate. Sono state riportate anche aggressioni a dei giornalisti di France 3: il veicolo sul quale viaggiavano “è stato sequestrato e lanciato verso una barricata in fiamme” ha dichiarato la prefettura.
Da venerdì sera la polizia è intervenuta con gas lacrimogeni nel tentativo di riportare l’ordine, ma la situazione ha richiesto ulteriori dispiegamenti di forze. Dapprima l’intervento di una squadra del CRS (Compagnie Républicaine de Sécurité, con funzioni anti sommossa) e poi ulteriori uomini di supporto della brigata anticriminalità arrivati in città nella giornata di domenica e di un intero squadrone di Gendarmes mobiles arrivati lunedì.
Il vice sindaco della città Hamid El Haussouni, appartenente al Partito Socialista, ha accusato il prefetto di aver abbandonato i cittadini del quartiere, affermando che le violenze “non riguardano il traffico di droga o scontri tra comunità diverse”.
E mentre anche oggi proseguono gli scontri, nella serata di Domenica, durante il messaggio del Presidente della Repubblica Emmanuel Macron che dichiarava la totale riapertura del paese, le violenze sono riprese anche a Nizza, con colpi di pistola e pestaggi avvenuti nel quartiere di Liserons, conosciuto per il traffico di droga.
La situazione è quindi degenerata in diversi focolai sparsi per la Francia. La polizia fa notare che da anni erano presenti queste tensioni tra comunità, evidenziando la presenza di lotte per i territori e l’esistenza di una criminalità caucasica, mentre i rappresentanti della comunità cecena si difendono parlando di una guerra contro gli spacciatori.
Chamil Albakov, già rappresentante dell’associazione caucasica a Strasburgo, ha dichiarato che queste spedizioni punitive non dovrebbero divenire la regola, ma ogni volta che la comunità cecena si trova un compromesso con la comunità magrebina si ripete sempre lo stesso problema: i ceceni devono accettare di vivere sotto il regno dei trafficanti.
“I ceceni hanno tenuto testa alla Russia, non lasceranno mano libera alla feccia” ha concluso.
Una situazione molto grave, che vede il variegato e mai integrato tessuto sociale francese sprofondare sempre più in una crisi che difficilmente sarà sanabile in una nazione che ha vaste aree depresse nate con la de-industrializzazione degli anni’90.
Intere comunità straniere sono sempre più emarginate e sempre più dirette verso una criminalità ed una violenza che piano piano si è estesa dalle periferie della capitale ad interi quartieri di provincia, dove nuove generazioni di immigrati vedono morire il proprio futuro.