Duro ed a suo modo inedito intervento di S.E. il Cardinale Scola sul tema dei profughi Cristiani. Ha avuto infatti modo di dichiarare l’Alto Prelato: “Per porre fine ai motivi scatenanti la persecuzione che questi fratelli stanno subendo, occorre allargare lo sguardo al mondo intero, in particolare alle politiche che perseguono gli Stati che più sono in grado di condizionare le relazioni internazionali – scrive Scola – soprattutto però è necessario promuovere una vera libertà religiosa. Essa è tale laddove vengono realizzati i fondamentali diritti alla giustizia, alla solidarietà e a decorose condizioni di vita”.
Continua con forza il Cardinale di Milano: “Se gli organismi internazionali interverranno celermente per permettere ai cristiani dell’Iraq, scacciati dalle loro case, di lasciare in sicurezza il proprio Paese, la Diocesi di Milano, attraverso la Caritas, è pronta ad accogliere profughi attuando l’appello lanciato dal presidente della Cei Angelo Bagnasco”,
Chiude in maniera esemplare ricordando la missione e la vocazione della Chiesa: “La violenza cui sono sottoposti i cristiani che vivono appena al di là del Mediterraneo apostolico – sottolinea il cardinale – deve provocare e scuotere tutti noi battezzati che crediamo troppo tiepidamente e siamo poco coraggiosi nell’impegnare la vita con il Vangelo”.
Tutto giusto e condivisibile. Ci auguriamo che sia solo il primo passo verso il giusto approdo: chiedere che i Cristiani non siano costretti a fuggire da un esercito di tagliagole assetati di sangue. Il torpore di cui parla il Cardinale temiamo possa essere qualcosa di peggio: una pavida forma di collaborazionismo verso la parte più forte. I trenta denari dei nostri giorni sono forse divenuti l’essere uccisi per ultimi?
La Critica