Renzi parla di economia. E l’Economia un po’ si vergogna. Il fatto è che il Fiorentino proprio non ce la fa a capire le più elementari leggi del settore. Oggi siamo allo “Sblocca Italia”. Detto anche “La Ricettazione dopo il Furto”. Facciamo un passo indietro. Non più tardi di due giorni fa, quel galantuomo di Cottarelli sbotta inviperito: “Io non sono Penelope, che fo e disfo la tela e voi dovete smetterla di fare i Proci col deretano degli Italiani”. Per Proci, ovviamente, si intende pretendenti insistenti ed infingardi, che avevate capito?! Sì, perchè qui il dramma è che lui taglia faticosamente le spese e dietro gli spendono ancora di più. Fulminea la risposta di Boccia: “Stia sereno che a spendere è la politica.”. Cottarelli può anche stare sereno, siamo noi a doverci preoccupare.
Per dimostrarci che a preoccuparci facevamo bene oggi arriva l’arrotino di Firenze a lanciare il suo nuovo, brillante, piano per rilanciare il Paese. Essere sull’orlo del baratro non frena la sua esigenza di spingere le cose in avanti, evidentemente. Sono dieci meravigliosi provvedimenti di spesa pubblica. Che così continua a salire. Sia mai che il fallimento di questa politica, idiota prima che Keynesiana, ci fermi dal continuarla.
“Sbloccheremo i cantieri, oh soldi già spesi eh, ma fermi per burocrazia. E siccome sappiamo che i cantieri se non raddoppiano non sono Italiani, i miliardi che spariranno sono almeno 30. Poi riqualificheremo le città, le acque, il suolo, il vostro conto in banca. Anzi quello, per riqualificarlo meglio, prima lo svuoteremo. E poi lo lasceremo così perchè arriverà la Troika e noi la chiameremo “mamma”. Riflesso condizionato.”.
In tutto questo dalla platea di giornalisti a qualcuno la domanda sorge spontanea: visto che stai sbloccando, Renzi, non è che magari mi sblocchi i miei ottanta euro, nonostante io sia una povera partita Iva? Panico in sala. Quella slide si è misteriosamente persa. No, le partite iva non avranno un centesimo, siamo troppo impegnati a pagare gli statali. Tipo i forestali siciliani, veri pilastri dell’occupazione made in Italy. E così quegli ottanta euro rimarranno bloccati, bloccati in un pantano melmoso il cui principale scopo è alimentare le tasche degli amici degli amici. Lanciare appalti. Inchieste sugli appalti. Report. Il Fatto. Il Malaffare. Tutto come sempre, tutto come da copione. La rapina continua. Continua soprattutto perchè a nessuno è ancora balenato nella mente che ridare i soldi a chi produce sarebbe il vero rilancio.
Badate, non è un limite, è una scelta. Una scelta, consapevole e cinica, che si basa sul fatto che i produttori sono sempre meno. E, man mano che spariscono, aumentano le file dei prenditori. Di quelli che dipendono dai sussidi per vivere. E quelli sono ricattabili, sono deboli contrattualmente, Quelli non si astengono, se vogliono mangiare devono votare e votare giusto. Questo articolo ha un undicesimo punto: lo Sblocca Urne. Serve ad illudere, un’ultima volta, che l’economia sia ripartita. Ma non è così. E’ solo l’ultimo sprazzo di forze del malato terminale, quegli ultimi momenti in cui apre possa farcela. Non c’è ricchezza, non c’è sviluppo, ci sono gli ultimi risparmi di chi ha fatto grande questo paese dati in pasto a chi l’ha distrutto.
Quindi, Signori, gioite l’Estate di San Martino Illumina il nostro tragico Novembre Italiano. Non mettete via i cappotti. A breve li dovrete impegnare per sfamare i vostri figli.
Luca Rampazzo