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sabato, 16 Novembre, 2024

SBARCHI IN ITALIA AI TEMPI DEL COVID: perché è meglio contestare di testa e non di pancia

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di Gabriele Rizza

La nave Ong Sea Eye 4, battente bandiera tedesca, con a bordo oltre quattrocento migranti, fa rotta verso l’Italia dopo aver ricevuto il no di Malta. Tutto nella normalità, quasi come la progressiva riapertura della attività e l’allentamento delle restrizioni annunciate da Mario Draghi. Dopo un anno di pandemia, la normalità torna anche nella rotta mediterranea: le Ong si appostano appena al largo dalle coste libiche e raccolgono persone disperate partite su barche di cartone. È il corso degli eventi degli ultimi anni, se non fosse che l’apertura incondizionata dei porti, stona con le chiusure forzate delle attività lavorative e con la libera circolazione all’interno delle nostre città dopo le 22:00. Ma è proprio in questa trama di discorso – ottimo per la pancia e fin troppo facile per ottenere consenso – che non bisogna cadere. Per quanto il paradosso porti aperti – attività chiuse sia esemplare e tristemente comico, nel contestare l’anarchia mediterranea dove a sopportare il peso delle negligenze altrui è sempre l’Italia, il ragionamento deve essere più maturo, votato alla continuità e alla risoluzione di un problema ormai endemico.

Pandemia e immigrazione sono temi che vanno affrontati separatamente, e intrecciati solo per quanto riguarda le misure di sicurezza e quarantena di chi sbarca nel nostro paese. Altrimenti si otterranno solo due risultati: l’ennesima polarizzazione tra italiani pro e contro, e il mascheramento delle responsabilità e delle conseguenze delle azioni scellerate dei governi europei (anche italiano) nei dossier sull’immigrazione e il caos libico. Il potere vuole proprio che il popolo parli di pancia e per paradossi. Conviene loro che si ragioni in rapporto alla pandemia e non al caos che Francia, Turchia, UE e Italia hanno creato negli ultimi dieci anni in Libia, terra di tanti attori in gioco e di nessuno. Ne giovano anche le Ong, dove la loro azione “apparentemente etica” è in realtà la miglior spalla agli scafisti. Contestare di pancia sarebbe solo una perdita di tempo per i cittadini e un guadagno di tempo per chi se ne lava le mani, perché per loro sarà facile dire che gli italiani “hanno solo paura”, quando invece c’è un sistema intero da cambiare. E quando la pandemia passerà, e gli argomenti si paleseranno nella sola verità e realtà, avremmo perso solo tempo e partiremo punto e capo.

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