di Mario Alberto Marchi
Come sempre accade nel nostro Paese, sembra che si aspetti a braccia aperte la polemica clamorosa, per sollevare una cortina fumogena sul problema reale.
In questo senso, la discussione sull’accesso o meno al “Mes straordinario” per gli investimenti sanitari è assolutamente perfetta. Dentro ci sta tanto la narrazione dell’Europa matrigna cattiva, quanto quella dell’Unione salvatrice che disinteressatamente regala miliardi, in mezzo tentativi di argomentazione che faticano a trovare supporto logico.
Discussione perfetta, perchè accende gli animi su un tema – quello della spesa per la sanità- che è spinoso e antico, e soprattutto tanto scomodo da affrontare.
Al di là del momento critico rappresentato dall’emergenza Covid, abbiamo bisogno di spendere di più nella sanità?
Come al solito chiediamo chiarezza ai numeri. I dati Eurostat relativi al 2019, ci dicono che l’Itala fa registrare una spesa sanitaria pari all’8,9% del Prodotto Interno Lordo, leggermente sotto la media europea (pari al 9,9%). In testa alla classifica svetta la Francia, con una percentuale pari all’ 11,5% in rapporto al prodotto interno lordo; seguire ci sono Germania (11,1%) e Svezia (11,0%). che registra il rapporto più basso (5,0%).
Considerando valori assoluti, invece, la prima è la Germania con una spesa sanitaria corrente pari a 352 miliardi di euro, seguita da Francia (257 miliardi) e Italia (150 miliardi).
Verrebbe da dire che per una volta facciamo registrare un comportamento virtuoso, soprattutto perché allineato con nazioni classiche di riferimento.
Il punto critico, però, è un altro; i dati presi in esame fin qui dicono quando in generale si spende per la sanità, cioè quanto spendono insieme Stato e cittadini.
Mentre nell’Unione Europea i governi hanno finanziato in media il 36,7% delle spese sanitarie, il nostro Paese spicca con il 74,4%. Più del doppio. Insomma, la spesa sulle spalle del sistema pubblico è elevatissima.
A fronte di questo ci si augurerebbe una bassissima spesa cosiddetta “out of pocket”, cioè a carico diretto dei cittadini, invece a fonte di una media nella UE al 15,7% in Italia è arrivata al 22,9%.
Spende tanto lo Stato, ma spendiamo tanto anche noi. Com’è possibile?
Le cause di quest’assurdità sono due: gli sprechi, con una gestione schizofrenica della spesa pubblica che ancora non trova equilibrio tra decentramento e standard unici, e la quasi totale assenza di ricorso alla sanità privata integrativa, con fondi e assicurazioni.
Un sistema che da noi fa registrare un misero 1,7% contro il 3,6% della media europea, il 6,7% della Francia e il 6,1% dell’Olanda.
Però ci piace tanto arrovellarci sul Mes.