di Martina Grandori
Combattere il dissesto idrogeologico è un grattacapo piuttosto serio per parecchi comuni italiani soggetti ad alluvioni ed erosioni. Grazie ad un’intuizione e ai suoi studi, Claudio Zarotti, ingegnere, ha sviluppato Prati Armati, azienda di Opera che sfrutta un sistema per “ancorare” i terreni a rischio con l’ausilio delle radici delle erbacce, perfetti esempi di sostituti naturali al cemento, perenni e senza necessità di frequenti interventi o rifacimenti. L’aspetto più interessante di questo brevetto per il controllo dell’erosione dei terreni sta proprio nella rusticità del mezzo impiegato: semplicissime radici di erbacce, capaci di crescere in profondità, che sottraggono elevate quantità di CO2 dall’atmosfera, elementi che di loro hanno una grande capacità di adattamento e di resistenza, il tutto senza l’ausilio extra di terreno vegetale di riporto, né di elementi sintetici.
Prati Armati, un dna innovativo e green, impiega esclusivamente sementi di particolari piante erbacee perenni autoctone e reperibili in natura, dotate di particolari caratteristiche fisiologiche (non sono mai OGM e mai infestanti) e di un apparato radicale profondo, sottile, omogeneo e resistente, da qui la loro particolare predisposizione al contenimento del terriccio, ma anche di sponde di laghi, fiumi o canali; di scarpate sul mare; nelle cave o in miniere o siti inquinanti. Le semine adottate da Parti Armati rispondono anche al problema climatico: resistono a condizioni pedoclimatiche che variano dai -40°C ai +60°C, riescono a crescere su qualsiasi litotipo, anche i più aridi come argille o ghiaie, in suoli ad elevata salinità o altamente inquinati da metalli pesanti e idrocarburi.
A seconda del contesto in cui viene impiegato la tecnica di impianto varia: non esiste un miscuglio di sementi standard, di volta in volta viene messo a punto un mix (proveniente soprattutto dalle famiglie botaniche delle graminacee e delle leguminose) in base alle caratteristiche vegetazionali, climatiche e pedologiche dell’area da trattare per il controllo dell’erosione.
Ci sono la semine manuali, meccanizzate o idrauliche a seconda delle caratteristiche del cantiere, il metodo di semina non influisce sulla riuscita dell’intervento che ha sempre la funzione di “rete contenitivo naturale”, senza dimenticare che il brevetto Parti Armati prevede anche la possibilità di integrare la semina con fiori, arbusti e alberi locali in nome dei una riforestazione autoctona del paesaggio e questo ne fa un sistema di contenimento utilizzabile anche in zone UNESCO o in siti storici.