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sabato, 16 Novembre, 2024

Rivoluzione industriale verde della Gran Bretagna

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di Martina Grandori

La notizia è di qualche settimana fa quando si è chiuso il Congresso del partito conservatore, ma oggi il Premier Boris Johnson ha ribadito la questione: “in 10 anni la Gran Bretagna diventerà il Paese migliore del mondo”, la volontà è quella di costruire un futuro positivo tutti insieme partendo dall’ambiente.

Un’affermazione importante, perché la Gran Bretagna è in ginocchio a causa del lockdown, la Brexit incombe, la fiducia in Johnson è scarsa e il nuovo presidente degli Stati Uniti è senza dubbio un uomo molto più attento alla questione ambientale del suo predecessore, il che significa correre ai ripari per rinsaldare un’alleanza indebolita. Dieci anni per cambiar pelle, per invertire la rotta e diventare un esempio di economia trainante che scommette 12 miliardi di sterline ponendo uno stop entro il 2030 alla vendita di auto a benzina e diesel, ed entro il 2035 delle auto ibride. Sono 582 i milioni di sterline per supportare la vendita di auto elettriche, fondamentali per abbassare le emissioni di Co2.

Un’operazione, questa della Green Industrial Revolution, che dovrebbe generare da 250 mila nuovi posti di lavoro e una Londra che diventerà la capitale mondiale del green, l’obiettivo è rinvigorire l’economia di un paese in forte difficoltà.

Si scommette sull’energia eolica (160 milioni di sterline), il Regno Unito sarà per il vento quello che l’Arabia Saudita è per il petrolio, ma senza emissioni negative per l’ambiente, un cambio di rotta deciso per Johnson che nel 2013 invece dichiarava che che il Regno Unito avrebbe fatto meglio a fare affidamento sullo shale gas e sulle centrali nucleari. Altro punto del programma di rilancio l’idrogeno: le case riscaldate con l’idrogeno auto prodotto (l’obiettivo è generare 5 GW di idrogeno a basso impatto ambientale) e l’idrogeno servirà come nuovo carburante per l’industria pesante.

E nel piano rientrano anche 30 mila ettari di nuove foreste che tutti gli anni verranno piantate.

Ora resta solo l’attesa, fra un anno, a dicembre 2021, Glasgow sarà la sede del 26esimo summit sul clima. Intanto le polemiche infuocano Downing Street.

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