Nei giorni 5 e 6 di ottobre, la diocesi di San Marco Argentano – Scalea si riunisce in assemblea generale attorno al suo vescovo, mons. Stefano Rega. Il nuovo anno pastorale di questa quasi millenaria sede della regione ecclesiastica calabrese è segnato da un incontro ecclesiale sul tema della cura della speranza come via per l’interiorità. L’argomento di studio e di preghiera è proposto in vista del venticinquesimo Giubileo ordinario romano del 2025, indetto con la Bolla Spes non confundit (“la speranza non delude”),ispirata alla lettera di San Paolo ai Romani (Rm 5,5), promulgata da Papa Francesco il 9 maggio scorso. Inoltre, l’assemblea cade in concomitanza con il XVI Sinodo dei vescovi, che proprio in questo mese di ottobre, si prepara a entrare nella fase culminante, denominata “profetica”. Coincidendo con il Sinodo, l’assemblea si inserisce nel cammino di riflessione sulla sinodalità avviato dal 2021 nella Chiesa italiana, con l’obiettivo di approfondire le questioni della comunione, della partecipazione e della missione cristiana.
L’assemblea diocesana discuterà delle questioni legate alla comunione, alla partecipazione e alla missione cristiana. Per favorire un confronto più partecipativo e genuinamente informale, si terrà fuori dalle chiese presso la sala convegni dell’Hotel Santa Caterina in Scalea. Il vescovo ha sensibilizzato l’intera comunità sia ecclesiale che laica a prendere parte a questo evento.
Ad affrontare i temi scelti, sono chiamati Padre Amedeo Cencini, religioso e psicoterapeuta, che parlerà di “grammatica dell’interiorità”, affiancato da un intervento di Padre Luciano Manicardi, monaco di Bose, sulla preghiera della speranza. Il primo contributo rivelerà l’altalena tra insidie e opportunità, tra narcisistico individualismo rivendicativo e autentica profondità umana, in cui la visione introspettiva vacilla tra spontaneità dell’ego, ‘specchio per le allodole’, e la conformità all’immagine di Dio. Il secondo relatore, attraverso un’analisi storico-antropologica, indagherà invece il sogno di una società giusta, analizzandone ambivalenza e tensioni, confrontando le utopie politiche del passato, spesso fallimentari, cui la storia ha dato torto, a quelle visioni profetiche del cristianesimo che descrivono un cammino retto dalla speranza nella parola di Dio.
Dei workshop tematici animeranno esperienze formative che favoriscano la riscoperta dei luoghi spirituali della diocesi, la pratica liturgica della cura di sé, la crescita interiore e sociale nella vita cristiana, promuovendo anche una pedagogia della preghiera.
Prepariamoci a questa assemblea con la stessa freschezza di spirito con cui il vescovo mons. Rega ci invita a cogliere ogni momento di comunione. L’esortazione a camminare assieme, nello stile sinodale, ad aprirci a una nuova primavera in armonia con la natura fraterna del pontificato di Francesco, è un chiaro segno delle sollecitudini e delle preoccupazioni dell’attuale pastore diocesano per la comunità cattolica di San Marco Argentano – Scalea. I temi dell’interiorità della Chiesa e della speranza in Dio, magistralmente approfonditi dal vescovo nella lettera “Cristiani dell’oltre” e nelle sue omelie, illuminano percorsi di riflessione e di preghiera percorribili per tutti.
Mons. Rega ha esplorato le metafore evangeliche dell’altra riva del mare (Mc 4,35-41) e del “deserto quaresimale”, simboli scritturali che evocano l’esodo, come il mare evoca il naufrago. Questi sono tutti segni dell’oltre, in cui Dio ci porta in disparte per prepararci, nella nostra libertà e felicità a cercare la sua volontà. Mare e deserto si rivelano luoghi di grazia da attraversare per raggiungere l’altra riva o la terra promessa, permettendoci di abitare ogni onda, ogni passo del cammino, ogni spazio di vita, ogni angolo del nostro cuore. Il mare e il deserto, simboli biblici di fraternità, rappresentano territori infiniti in cui l’incontro con l’altro diventa possibile, auspicabile e profondamente evangelico. Sono spazi che superano i limiti formali e abitudinari nei quali un cristiano può trovare una tana, ma non una casa. È un cammino che ci invita a dirigerci verso il mare o il deserto della nostra interiorità, riqualificando l’oltre come luogo di riconciliazione, raccoglimento e condivisione della speranza riposta in un Dio che abita l’intero territorio esistenziale e spirituale di chi ha fede.
Pino Esposito