Sulla riforma del Senato “il governo è sempre disponibile a migliorare il testo, ma non a stravolgerlo”, ha detto il ministro Maria Elena Boschi, che boccia un rinvio a settembre della approvazione da parte di Palazzo Madama: “Andiamo avanti. Non è serio fare ostruzionismo in questo modo, ne va della dignità di questa istituzione”. Dalla riunione dei capigruppo è poi emerso: “Si vota entro l’8 agosto, e non oltre”.
“L’ultima parola sulle riforme sarà dei cittadini: referendum comunque! #noalibi”, ha poi aggiunto il ministro Boschi su Twitter, e la dichiarazione è stata ritwittata dal premier Renzi. L’art. 138 della Costituzione prevede infatti la possibilità di richiedere il referendum costituzionale dopo la seconda votazione da parte delle camere di una legge di revisione costituzionale o di una legge costituzionale. Le camere in seconda deliberazione devono raggiungere la maggioranza assoluta, cioè è necessario il voto favorevole del 50% più 1 dei componenti la Camera. Solo qualora si raggiunga, in entrambe le Camere, la maggioranza qualificata dei 2/3 dei componenti di ogni Camera non sarà possibile richiedere il referendum. Ma non sembra questo lo scenario a Palazzo Madama.
“Entro l’otto agosto si vota con il contingentamento”, ha ribadito il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, al termine della conferenza sul ddl costituzionale sulle riforme.
“E’ una decisione grave e irresponsabile. In Aula daremo battaglia”. E’ il commento a caldo della senatrice di Sel, Loredana De Petris, al termine della capigruppo che ha stabilito la tagliola sul ddl costituzionale sulle riforme. Con la De Petris davanti alle telecamere si sono presentati anche i capigruppo di Lega e M5s, Centinaio e Petrocelli, che hanno definito l’esito della capigruppo “uno dei soliti giochetti di Renzi”. Il leader di Sel, Nichi Vendola, ha reagito drasticamente: parlare di tagliola sulle riforme costituzionali, aveva detto, “è inimmaginabile. Spero si tratti di uno scherzo, perché veramente questo ha una puzza insopportabile”.
“L’ostruzionismo da parte nostra non sarà sui decreti perche’ noi siamo per il bene del paese e, al contrario di quel che dice Renzi, non siamo a scaldar la sedia. Noi siamo qua a fare le nostre proposte costituzionali”. Lo afferma il capogruppo della Lega Nord al Senato Gianmarco Centinaio al termine della capigruppo sul ddl costituzionale sulle riforme.
E’ anche emersa l’ipotesi tagliola, con il senatore Ncd Maurizio Sacconi che, a margine della capigruppo, ha detto:”O vengono ridotti drasticamente gli emendamenti entro il 9 agosto oppure viene utilizzato l’articolo 55 del regolamento che regola i tempi di discussioni. In ogni caso la maggioranza è determinato a ottenere il voto sul ddl prima della pausa estiva”.
A tentare di trovare una mediazione sono i senatori di Italia lavori in corso, ex M5S, che, “di fronte allo stallo sulle riforme a Palazzo Madama e a un governo ripiegato solo su se stesso”, scrivono in una nota: “Che fine ha fatto la disponibilità di Roberto Calderoli a recepire le istanze dell’Aula? Ora il pallino è nelle sue mani e in quelle di Anna Finocchiaro”.
“Vi mettiamo alla prova – continua il documento -. Se dietro le parole ci sono anche intenzioni serie, allora è giunto il momento di dimostrarlo. Fatevi carico di raccogliere in un emendamento le richieste di modifica che sono emerse in queste ore”.
“I paletti sono chiari: l’elettività prima di tutto. Ma anche il bilanciamento dei poteri e la salvaguardia dell’imparzialità degli organi di garanzia costituzionale”.
L’atmosfera a Palazzo Madama è incandescente, con i lavori che sono stati sospesi in aula mentre era in corso la votazione degli emendamenti e con la convocazione d’urgenza della conferenza dei capigruppo, poi sospesa a fine mattinata.
A richiedere la capigruppo era stato Luigi Zanda (Pd), molto critico sulla lentezza delle votazioni degli emendamenti. “Alla conferenza dei capigruppo – ha detto Zanda – vorrei ripetere l’appello affinché i gruppi prendano atto della situazione che si sta creando e assieme si possa riflettere su quale sia la strategia possibile per dare al dibattito lo spazio che serva ma anche a renderlo conclusivo”.
La Critica