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sabato, 23 Novembre, 2024

Riduzione Iva di “ un po’ ”: manifesto dell’approssimazione giallorossa

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di Gabriele Rizza

È un modo comune di dire che la montagna ha partorito il topolino. Degli Stati Generali targati Giuseppe Conte possiamo dire il salvadanaio ha tirato fuori la monetina. La più grande e sensazionale proposta per la gioia delle orecchie italiche, è la proposta di ridurre l’Iva, di un po’. E la fregatura è doppia: sia perché l’Iva non è la tassa più urgente da abbassare in questo momento, o meglio, lo sarebbe se di un taglio consistente, e perché a quel “ un po’ ” è seguito subito il chiarimento del ministro dell’economia, Roberto Gualtieri. Secondo il ministro del Partito Democratico il taglio potrebbe avvicinarsi ad una cifra che va dall’ 1,4 ai 4 miliardi. Briciole e spreco di risorse se consideriamo che, nel 2019, lo Stato ha incassato dall’imposta sui beni di consumo 136 miliardi. Forse si voleva scimmiottare la Germania, che ha ridotto l’Iva per sei mesi dal 19% al 16%, per un valore di ben 20 miliardi. Questo sì, un taglio consistente.

E alla beffa sulla quantità, aggiungiamoci quella sulla qualità. Nulla è stato fatto per rinviare la prima parte di pagamento dell’IMU, che tanto sonno sta togliendo a tanti lavoratori e disoccupati messi in ginocchio dal lockdown. Ha un valore di 11 miliardi, e abolirla sarebbe stata la migliore bombola di ossigeno per gli italiani, perché rimasti senza soldi almeno non avrebbero dovuto pagare qualcosa; senza considerare la certezza psicologia nell’avere una piccola certezza per il domani. Perché questo paese così sfiduciato preferirebbe in questa fase non ricevere promesse di soldi in più, ma di spese in meno.

Ma siamo alle solite. A Governi senza programmazione e visione, altro che ricostruzione. Torniamo al un po’ di renziana memoria: un po’ abbasso l’Irap, un pochino le tasse sul lavoro, un pochetto quella sulla casa. Approssimazione per creare spot da dare in pasto ai social e ai salotti televisivi, e per non scontentare nessuno, tra imprenditori e sindacati. Senza mai cambiare nulla, senza una visione d’insieme o un cambio radicale di un particolare.

È la sintesi della lunga agonia dell’Italia: il paese dove tutto un po’ è per tutti, almeno per un poco e il tanto è per qualcuno, per sempre. Pensiamo ai 600 euro una tantum e al ripristino dei vitalizi per i consiglieri regionali della Calabria. Paradossi e sintesi di un paese con la ragione già nel baratro.

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