“Sono l’unico nel Pd che non ha mai messo un termine ultimo al governo. Ho sempre detto che va avanti finché si fanno cose e si realizzano risultati”. Matteo Renzi interviene così, alla direzione del Pd, sulla durata dell’esecutivo. E aggiunge: “Chi propone un rimpastino sta drammaticamente perdendo di vista l’obiettivo” che non è quello di sostituire due ministri con dei renziani ma di “creare un sistema di governo che duri per i prossimi 20 anni”.
“La prospettiva personale non è giocare un giochino tutto interno agli intrighi di Palazzo per andare a votare e prendere il posto di Enrico. Il governo se fa bene si merita un bravo, se no si critica e non c’è un disegno segreto, le critiche non sono per fare le scarpe ma per dare una mano”.
Queste però sono le uniche concessioni all’esecutivo, figlio, questa la principale colpa, delle larghe intese. “L’obiettivo deve essere una legge elettorale chiara nella quale chi vince governa senza necessità di inventarsi strani giochi, dalle larghe intese alle striminzite intese” ma con “il cittadino che sa che eleggendo Tizio o Caio individua il responsabile delle cose fatte o delle mancanze”, sottolinea Renzi.
“Il governo ha tutto il diritto di andare avanti ma abbia l’intelligenza di proporci non solo correzioni a errori fatti, come sugli insegnanti e sulle slot, ma di indicare obiettivi”, pungula ancora il sindaco di Firenze.
“La polemica del dialogo con Fi è surreale. E’ stravagante la polemica di un dialogo con un ‘pregiudicato’, come dice D’Attorre, quando con il “de cuius” si è fatto il governo e non ho visto ministri dimettersi quando Berlusconi è stato condannato”, ribadisce infine Renzi.
La Critica