22.2 C
Milano
giovedì, 19 Settembre, 2024

RENZI: PROVVEDIMENTI ECONOMICI INCONSISTENTI. Vi spiego il perchè

- Advertisement -spot_imgspot_img
Annunci sponsorizzatispot_imgspot_img

Dopo settimane di promesse e annunci in pompa magna, finalmente ieri sera il Governo ha varato il Piano Nazionale delle Riforme e Documento di Economia e Finanza in cui delinea le iniziali coperture finanziarie della manovra relativa al triennio 2014/2017.  Fulco centrale: il taglio al cuneo fiscale, i famosi “80 euro al mese in busta paga a partire da maggio” promessi ai 10 milioni di lavoratori (dipendenti, of course) derivanti dall’aumento delle detrazioni Irpef, che nel 2014 verrà finanziato da 4,5 miliardi di spending review e 2,2 miliardi di aumenti di tassazione che colpiranno rendite finanziarie e banche.

“Il Def mantiene tutti gli impegni che ci eravamo presi, alla faccia dei gufi” dichiara Renzi con la solita spocchia che lo contraddistingue. Peccato che guardando le geniali e aleatorie coperture reperite da tagli e aumenti di tassazione, probabilmente i soliti gufi, finiranno per aver ragione. Ancora una volta.

Parto da un presupposto: certamente lasciare più soldi in tasca alle famiglie non può che essere un miglioramento rispetto al passato, ma altrettanto certamente quella pensata da Renzi non è una manovra da choc economico.
Bella operazione mediatica, ma quali effetti produrrà sull’economia reale? Ininfluenti, a esser buoni.

Il tanto sbandierato taglio al cuneo fiscale riguarderà 10 milioni di lavoratori dipendenti su una platea totale di 22 milioni. Escludendo chi guadagna più più di 25mila euro lordi annui, rimangono comunque fuori gli atipici, le partite iva e ovviamente i disoccupati. Sembra inoltre che anche gli incapienti con reddito annuo inferiore a 8000 euro avranno diritto agli 80 euro al mese, ma le coperture per questi ultimi non sono ancora certe sia perché aumenterebbero la platea a circa 14 milioni di soggetti, sia perché essendo esenti dal pagamento delle imposte, non verrebbero toccati dal meccanismo delle detrazioni. Probabilmente alla fine saranno i datori di lavoro ad anticipare “la quattordicesima in busta paga”, che andranno poi a compensare con un credito d’imposta.
Praticamente sembrerebbe di capire che saranno paradossalmente i meno tutelati ad essere esclusi dalla manovra toccasana della Renzienomics.

Nel Def sono presenti alcune misure decisamente buone, diciamolo: il tetto agli stipendi dei manager pubblici verrà fissato a 238 mila euro annui e porterà un risparmio di circa 400 milioni; l’abolizione degli enti pubblici improduttivi, che vede il CNEL come primo bersaglio; la dismissione e la vendita di quote di aziende pubbliche partecipate dalla Stato, tra cui il 40% di Poste valutato circa 1 miliardo, che potrebbe fruttare complessivamente circa 12 miliardi già per il solo 2014.

Ma passiamo alle note dolenti, gli aumenti di tassazione intrisi di pura demagogia e populismo. La dichiarazione di Renzi “Inizia a pagare chi non ha mai pagato, si cambia verso” si riferisce a loro: banche e rendite finanziarie, che vedranno aumentare sensibilmente le loro soglie di tassazione. Finalmente? No, io non festeggerei troppo.

Prima misura, già annunciata a febbraio e già foriera di numerose polemiche e malumori: aumento della tassazione sulle rendite finanziarie dal 20 al 26%, bot della vecchietta di Del(i)riana memoria esclusi, che dovrebbe portare nelle casse dello Stato circa 2 miliardi. Copertura aleatoria è dire poco.
Punto primo: i capitali sono investimenti mobili e se vengono colpiti da tassazione eccessiva, fuggono. Già solo questo potrebbe sconquassare l’ottimismo economico di Renzi.
Punto secondo: chi si finanzia sul mercato, attraverso l’emissione di obbligazioni e azioni? Le imprese. E che cosa succede se viene aumentata la tassazione sulle rendite dei potenziali finanziatori? Succede che gli investimenti verranno dirottati verso lidi più convenienti, ad esempio i bot al 12,5%, provocando una diminuzione delle risorse a disposizione sul mercato e tagliando i viveri alle imprese in un momento di crisi economica, che dovrebbero invece essere incentivate a creare occupazione.

Seconda misura, la peggiore che potesse venire in mente a Renzi e ai suoi ministri: la tassazione delle plusvalenze derivanti dalla rivalutazione delle quote della Banca d’Italia salirà dal 12 al 26%, che sommandosi all’aumento dell’Ires a dicembre dal 27,5% al 36% per finanziare l’eliminazione della seconda rata dell’Imu e all’aumento dell’acconto fiscale dal 120% al 128% produce una vera e propria mazzata che ha il sapore del populismo più becero. Lungi da me difendere il sistema bancario italiano, ma davvero Renzi pensa che le banche pagheranno un aumento del genere senza scaricarlo sui propri correntisti? E chi sono i correntisti, se non famiglie e imprese? Tassare oltremodo le banche, genera tassazione indiretta per i cittadini. Epic fail.

E per le imprese? All’orizzonte non si vede nulla di concreto. L’altrettanto sbandierato taglio del 10% dell’Irap alle imprese sembra si sia perso per strada e si vocifera che probabilmente sarà del solo 5% nel 2014, per raggiungere il 10% nel 2015, ma per ora nessuna data certa per quanto riguarda il provvedimento attuativo.

Sinceramente non credo che questi 10 miliardi di liquidità lasciati alle famiglie produrranno effetti positivi e sensibili all’economia reale e mi chiedo come si possa davvero pensare che la ripresa possa arrivare continuando a non detassare le imprese, che allo stato attuale hanno un total tax rate reale del 68.4%, con punte oltre l’80% in alcuni settori.

E difatti dalle analisi del Def si evincono due dati che fanno rabbrividire: nel 2014 la pressione fiscale su Pil salirà dal 43,8% al 44%, per poi scendere leggermente nel 2015 e assestarsi ad un 43,5% nel 2017.
E la disoccupazione? Altra mazzata. Le stime prevedono che la disoccupazione schizzerà al 12,8% nel 2014, comincerà a calare a partire dal 2015 per scendere sotto quota 12%, all’11,6% precisamente, solo nel 2017. Dati più che sconfortanti, altrochè.

E sarebbe questa “la svolta buona”? Io non direi.

Charlotte Matteini

- Advertisement -spot_imgspot_img

Ultime notizie

- Advertisement -spot_img

Notizie correlate

- Advertisement -spot_img