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mercoledì, 18 Dicembre, 2024

RENZI, DOPO IL SI DEL SENATO ATTENDE QUELLO DELLA CAMERA. Quanto costeranno le sue promesse?

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 Primo ostacolo superato per il governo di Matteo Renzi che ottiene la fiducia del Senato. Hanno votato il via libera all’esecutivo del leader del Pd 169 senatori e hanno detto “no” in 139. Il senatore Maurizio Rossi di “Per l’Italia” non ha partecipato al voto. Ora la parola passa alla Camera che oggi voterà la fiducia. Renzi, ormai certo dei numeri, aveva abbandonato Palazzo Madama durante le operazioni di voto.

Giù il cuneo fiscale, assegno a chi perde il lavoro, smaltimento dei debiti della Pubblica amministrazione alle imprese. Questi i punti più onerosi per le casse dello Stato emersi dal discorso di Matteo Renzi nell’aula di Palazzo Madama, dove il premier ha presentato il suo programma chiedendo ai senatori di concedergli la loro fiducia. Sulla base di una serie di promesse che, sommate, richiedono un conto di 80 miliardi di euro.

Punti programmatici onerosi, anche se le parole del presidente del Consiglio non hanno chiarito esattamente quanto saranno onerosi. Ecco le ipotesi, punto per punto. 

 Renzi ha parlato di riduzione “a doppia cifra”. E qui c’è subito il primo interrogativo. A doppia cifra significa 10 miliardi o il 10%? Nel secondo caso la cifra si alzerebbe di molto, visto che, come scrive il “Sole 24 Ore”, “ogni punto in meno di cuneo fiscale e contributivo, comprensivo di Irap, costa 2 miliardi”. Il governo Letta già aveva messo in programma il pagamento di 47 miliardi nel biennio 2013-2014. Ma ne rimangono altri 50. E poi c’è la promessa di un sostegno economico a chi resta senza un lavoro: la misura costerebbe almeno 18 miliardi di euro.

 Renzi si è poi impegnato per intervenire sull’edilizia scolastica: secondo Legambiente circa il 40% degli istituti sarebbe a rischio. E in questo settore si parla di un impegno per le casse pubbliche di 3-4 miliardi.

Un’agenda fitta di impegni, quella presentata da Renzi, e che richiede una bella mole di risorse. Ci saranno i risparmi ottenuti dalla spending review (si ipotizza che siano circa 5-6 miliardi), e ci saranno quelli in conto interessi (3 miliardi circa) attesi dal calo dello spread. Ma per risolvere il nodo coperture ci vuole ben altro.

Ancora più caro sarebbe il conto dell’agenda Renzi secondo i calcoli di Confartigianato, che fa una stima di 100 miliardi di euro. “Fatti due calcoli veloci – osserva il presidente Giorgio Merletti – nel discorso programmatico di Renzi ci sono, sul lato imprese e lavoro, 100 miliardi da trovare subito. Soltanto per pagare il debito residuo di Stato, Regioni ed enti locali verso le imprese nel 2014 vale almeno 70 miliardi. E una riduzione del cuneo fiscale a 2 cifre significa circa 34-35 miliardi, cioè il 10% dei 344 e rotti miliardi del cuneo in Italia in valore assoluto. Verrebbe quasi da dire ‘troppa grazia San Matteo!'”.

E chiude: “Siccome il presidente Renzi intende giocare il suo jolly personale sulla velocita’ di passare dal dire al fare, il nostro giudizio lo esprimeremo sui fatti a breve”.

La Critica

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